venerdì 21 dicembre 2007
NUOVE TECNOLOGIE PER L'AMBIENTE DA PARTE DEL CNR
Lino del Gruppo Amici di Beppe Grillo di Taranto ha segnalato un’interessante tecnologia dell’Istituto di Studi sui Materiali Nanostruttorati (ISMN) di Montelibretti denominata Thor (Total house waste recycling) ovvero ricilaggio totale dei rifiuti casalinghi. Cosa fa? Riesce a trattare otto tonnellate all'ora, recupera e raffina tutti i rifiuti solidi urbani insieme e li trasforma in materiale da riutilizzare e in combustibile dall'elevato potere calorico. Inoltre, è completamente meccanico, non termico, e non è necessario tenerlo sempre in funzione, basta accenderlo quando serve, limitando o eliminando lo stoccaggio e i cattivi odori. E’ stato progettato anche come impianto mobile, utile per contrastare le emergenze, in tutte le situazioni dove e' necessario trattare i rifiuti velocemente, senza scorie e senza impegnare spazi di grandi dimensioni, con un costo contenuto. Come esempio concreto, il CNR afferma che in un'area urbana di 5.000 abitanti che produce circa 50 tonnellate al giorno di rifiuti solidi, con Thor si possono ricavare una media giornaliera di 30 tonnellate di combustibile, 3 tonnellate di vetro, 2 tonnellate tra metalli ferrosi e non ferrosi e 1 tonnellata di inerti. Il resto dei rifiuti e' acqua, espulsa sotto forma di vapore durante il processo. Il prodotto che esce da Thor e' sterilizzato perche' le pressioni che si generano nel mulino, dalle 8.000 alle 15.000 atmosfere, determinano la completa distruzione delle flore batteriche, e non produce odori.Secondon l'inventore del progetto Thor, Paolo Plescia, si arriva a avere "un combustibile utilizzabile con qualunque tipo di sistema termico, compresi i motori funzionanti a biodiesel, le caldaie a vapore, i sistemi di riscaldamento centralizzati e gli impianti di termovalorizzazione delle biomasse Infatti, le caratteristiche chimiche del prodotto generato dai rifiuti, una volta eliminate le componenti inquinanti, sono del tutto analoghe a quelle delle biomasse, ma povere in zolfo e esenti da idrocarburi policiclici. Inoltre, spiega Plescia, "il prodotto può essere usato come combustibile solido o pellettizzato oppure per ottonere bio-olio per motori diesel attraverso la pirolisi". L'impianto porta anche benefici dal lato dei costi: un impianto da 4 tonnellate all'ora occupa un massimodi 300 metri quadrati e ha un costo medio di 2 milioni di euro, mentre un impianto di taglia medio-piccola da 20 mila tonnellate l'anno presenta costi di circa 40 euro per tonnellata di materiale. Per un'identica quantita', una discarica ne richiederebbe almeno 100 e un inceneritore 250 euro. Sicuramente una tecnologia da usare, basta solo vedere le comparazione con i costi dell’inceneritore. Secondo me, il vapore prodotto potrebbe essere utilizzato per produrre energia elettrica da turbina, rendendo l’impianto anche cogenerante. Ed è sicuramente pulito e non inquinante.
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