FOTO DELLE ISOLE TUVALU (DESTINATE A SCOMPARIRE SE LE NAZIONI NON DIMINUIRANNO L'EMISSIONE DI GAS SERRA)

mercoledì 26 dicembre 2007

E ANCHE CATTIVE NOTIZIE POST-NATALIZIE

La mancanza di cultura sull’inquinamento luminoso che c’è in Puglia nelle amministrazioni comunali lascia molto perplessi. Lo dimostrano le graduatorie per gli incentivi ai comuni per gli impianti luminosi (vedi http://www.regione.puglia.it/index.php?ss_id=5&page=documenti&opz=getdoc&id=124 ). I punteggi da assegnare includevano anche un punteggio per l’adozione di regolamenti in materia di inquinamento luminoso. Hanno presentato progetti che hanno considerato problematiche di inquinamento luminoso (meritano di essere nominati) : Associazione di Comuni con S. Severo Capofila, Unione dei Comuni di Acquarica del Capo e Presicce, Comune di Ostuni, Unione dei Comuni del Nord Salenti (Campi Salentina, Novoli, Trepuzzi, Guagnano , Surbo, Squinzano), Unione dei Comuni di Leuca-Specchia, Comune di Gravina di Puglia,Unione dei Comuni Terre di Acaya e di Roca Vernola e di Melendugno. Gli iscritti in graduatoria sono 50 e solo 7 partecipanti hanno pensato all’inquinamento luminoso (un modesto 14%). Credo che vadano comunque segnalati Gravina e Ostuni che hanno presentato ben due progetti. I comuni della nostra provincia che hanno partecipato brillano per non averci pensato.

venerdì 21 dicembre 2007

NUOVE TECNOLOGIE PER L'AMBIENTE DA PARTE DEL CNR

Lino del Gruppo Amici di Beppe Grillo di Taranto ha segnalato un’interessante tecnologia dell’Istituto di Studi sui Materiali Nanostruttorati (ISMN) di Montelibretti denominata Thor (Total house waste recycling) ovvero ricilaggio totale dei rifiuti casalinghi. Cosa fa? Riesce a trattare otto tonnellate all'ora, recupera e raffina tutti i rifiuti solidi urbani insieme e li trasforma in materiale da riutilizzare e in combustibile dall'elevato potere calorico. Inoltre, è completamente meccanico, non termico, e non è necessario tenerlo sempre in funzione, basta accenderlo quando serve, limitando o eliminando lo stoccaggio e i cattivi odori. E’ stato progettato anche come impianto mobile, utile per contrastare le emergenze, in tutte le situazioni dove e' necessario trattare i rifiuti velocemente, senza scorie e senza impegnare spazi di grandi dimensioni, con un costo contenuto. Come esempio concreto, il CNR afferma che in un'area urbana di 5.000 abitanti che produce circa 50 tonnellate al giorno di rifiuti solidi, con Thor si possono ricavare una media giornaliera di 30 tonnellate di combustibile, 3 tonnellate di vetro, 2 tonnellate tra metalli ferrosi e non ferrosi e 1 tonnellata di inerti. Il resto dei rifiuti e' acqua, espulsa sotto forma di vapore durante il processo. Il prodotto che esce da Thor e' sterilizzato perche' le pressioni che si generano nel mulino, dalle 8.000 alle 15.000 atmosfere, determinano la completa distruzione delle flore batteriche, e non produce odori.Secondon l'inventore del progetto Thor, Paolo Plescia, si arriva a avere "un combustibile utilizzabile con qualunque tipo di sistema termico, compresi i motori funzionanti a biodiesel, le caldaie a vapore, i sistemi di riscaldamento centralizzati e gli impianti di termovalorizzazione delle biomasse Infatti, le caratteristiche chimiche del prodotto generato dai rifiuti, una volta eliminate le componenti inquinanti, sono del tutto analoghe a quelle delle biomasse, ma povere in zolfo e esenti da idrocarburi policiclici. Inoltre, spiega Plescia, "il prodotto può essere usato come combustibile solido o pellettizzato oppure per ottonere bio-olio per motori diesel attraverso la pirolisi". L'impianto porta anche benefici dal lato dei costi: un impianto da 4 tonnellate all'ora occupa un massimodi 300 metri quadrati e ha un costo medio di 2 milioni di euro, mentre un impianto di taglia medio-piccola da 20 mila tonnellate l'anno presenta costi di circa 40 euro per tonnellata di materiale. Per un'identica quantita', una discarica ne richiederebbe almeno 100 e un inceneritore 250 euro. Sicuramente una tecnologia da usare, basta solo vedere le comparazione con i costi dell’inceneritore. Secondo me, il vapore prodotto potrebbe essere utilizzato per produrre energia elettrica da turbina, rendendo l’impianto anche cogenerante. Ed è sicuramente pulito e non inquinante.

UNA BUONA NOTIZIA PRENATALIZIA SULL'AMBIENTE...

L’ARPA Puglia ha terminato uno studio sulle emissioni della centrale di Modugno e i risultati sono apparsi sulla stampa ( http://www.rassegnastampacrp.com/archivio.aspx?id=34841
http://www.rassegnastampacrp.com/archivio.aspx?id=34842

L’ARPA conferma che la centrale emette gas serra e pulviscoli. Pertanto l’Assessore Losappio ha detto no. Una buona notizia prenatalizia.

mercoledì 19 dicembre 2007

Il gruppo degli amici di BeppeGrillo di Taranto è molto attento alle problematiche ambientali della Provincia ed ha segnalato nel suo sito quest'articolo del Corriere del Giorno

dal Corriere del Giorno del 16 Dicembre 2007

"Rifiuti, riparte l'inceneritore e l'Amiu richiama gli esperti.Si sblocca la vertenza degli ex TermomeccanicaL'inceneritore ripartirà.L'Amiu, per adesso, rimette in moto l'iter burocratico prima di girare definitivamente la chiave dell'impianto. Della partita, già da domani, saranno cinque dei quattordici esperti ex Termomeccanica che avvieranno le procedure per poi accogliere tra le file dell'azienda gli altri ancora in mobilità. È questo il risultato dell'accordo siglato venerdì tra sindacati e azienda.«Dalla prossima settimana (da domani, ndr) si comincia a predisporre la parte burocratico-amministrativa per l'ottenimento dell'Autorizzazione Integrata Ambientale e dei necessari permessi tecnici - spiega Nello De Gregorio, componente del cda, al Corriere - nel giro di un paio di mesi, al massimo tre, otterremo tutti i permessi. Lavoreremo per centrare l'obiettivo. Ottenuto i permessi, l'impianto sarà acceso. Ma non dovrebbero esserci grossi problemi: ad aprile si va». De Gregorio è fiducioso, dopo le battaglie sostenute pubblicamente contro il vecchio cda e alcuni criteri gestionali. I nuovi amministratori puntano all'avvio dell'impianto di compostaggio, annesso all'inceneritore, che tratterà la frazione umida. Un impianto sinora mai utilizzato.Per farlo funzionare, oltre che metterlo in moto l'Amiu deve garantirsi scorte di frazione umida che almeno nella fase iniziale dovrebbe essere alimentata da grandi utenze quali Marina, mense, ristoranti. «E vediamo come va - commenta De Gregorio - anche se per l'anno prossimodovremmo essere pronti a gestire il progetto di rilancio della differenziata ».Lo sblocco, come detto, riguarda direttamente i lavoratori ex Termomeccanica, la società che negli ultimi anni ha gestito il termovalorizzatore. Sono quattordici gli ex Termomeccanica, a cui vanno aggiunti i quindici che fanno capo alle imprese dell'indotto. Il piano di gestione dei costi riguarda trenta persone, non a caso. Il piano di assorbimento non sarebbe più una chimera.Venerdì sera accordo, si diceva. «L'impianto partirà, per questo assumiamo la prossima settimana il gruppo che avvierà la ripresa - conferma De Gregorio - e siamo d'accordocon i sindacati confederali e con gli autonomi per una prova verifica a metà gennaio del programma». Per De Gregorio, «è un risultato significativo: rompiamo gli indugi. Si va dalle intese interlocutorie dei mesi scorsi all'avvio del programma. Partiamo convinti e consapevoli che l'impianto di incenerimento non sia autonomo nel contesto del piano industriale che stiamo elaborando. Nel giro di un anno e mezzo - spiega il componente del cda Amiu - dobbiamorealizzare l'intero ciclo dei rifiuti in casa. Significa che l'inceneritore gestirà, in questa fase, quasi il 50% dei rifiuti prodotti; l'altra metà con l'impianto di compostaggio, lavorando la frazione umida. Sullo sfondo c'è il rilancio della raccolta differenziata che si spera possa raggiungere illivello del 30-40% nel volgere di due anni».La città produce ogni anno 100.000 tonnellate di rifiuti: la metà dovrebbe andare a finire nell'inceneritore, una parte consistente nell'impianto di compostaggio, e almeno il 30% restante andrebbe smaltito con il sistema della raccolta con la differenziata. Entro un paio d'anni, la discarica dovrebbe essere un luogo del passato. Almeno così sperano all'Amiu"


E quindi qualcuno pensa di ripartire con un inceneritore con 50.000 tonnellate di rifiuti ridotti in cenere? Ma siamo completamente pazzi?? Ma si rende conto di cosa stanno proponendo di combinare ai danni di tutta la provincia?? Saremo inondtati di PM10 e polveri ultrasottili. Ma possibile che non intevenga nessuno???

domenica 16 dicembre 2007

INQUINAMENTO LUMINOSO? UNA OPPORTUNITA' DI RISPARMIO

Se notate, nei vari comuni l’illuminazione è fatta di fari che non tengono assolutamente conto del problema dell’inquinamento luminoso. Di cosa stiamo parlando? L’inquinamento luminoso è una alterazione del livello luce notturno. Il cielo stellato non è più ben visibile, e questo è dovuto all’inquinamento luminoso. Ma come, dirà qualcuno, veramente c’è qualcuno che pensa che l’inquinamento luminoso sia un problema, con tutti i guai che abbiamo? Abbiamo la disgrazia di avere ch si vanta di un grande successo l’avere raggiunto in un comune il 15,92% circa di raccolta differenziata (come il caso dell’Assessore all’ambiente Carucci di Mottola in un suo comunicato stampa), proprio dell’inquinamento luminoso vi preoccupate? Il problema non può essere ridotto in maniera così semplicistica. E’ vero che quando ero bambino e vedevo i fuochi d’artificio il cielo era così stellato (non vi erano luci nelle campagne) che si vedeva la Via Lattea chiaramente e in tutta la sua bellezza (e questo ha anche contribuito alla mia passione per gli studi scientifici) , ma non è solo questo. Non è solo per seguire l’UNESCO, che ha sancito nella Dichiarazione Universale delle Generazioni Future il diritto delle generazioni future ad avere il diritto ad un cielo pulito. Il problema, come tutte le questioni ambientali, diventa economico. Astrofili ed Astrofici dell’associazione CieloBuio hanno quantificato che una citta come Frosinone (50000 abitanti) risparmierebbe circa 100 mila euro all’anno solo utilizzando lampioni ed illuminotecnica che non provocano inquinamento luminoso. La soluzione è semplice: i lampioni puntano verso terra e quindi hanno bisogno di meno energia per illuminare con un duplice vantaggio: si risparmia energia e non si illumina il cielo notturno. Morale della favola? La classe dirigente (ma non solo quella amministrativa, anche quella politica) deve avere una visione a 360 gradi sull’ambiente cominciando a capire che in questo modo si possono operare dei risparmi molto concreti,altro che il successo di una raccolta differenziata al 16% circa.

martedì 11 dicembre 2007

GREENPEACE: NON SOLO PROTESTE

L’immagine che si ha di Greenpeace è quella di un insieme di scavezzacollo che protestano soltanto e non propongono. Quando si parla di Greenpeace (che tradotto vuol dire Pace Verde) si pensa alle azioni dimostrative eclatanti che hanno portato avanti nel mondo. Invece Greenpeace ha fatto degli studi molto seri sul tema dell’energia edei rifiuti, per esempio. Potete trovarli su www.greenpeace.it . I due documenti che mostro qui a lato parlano delle proposte energetiche di greenpeace. Sono molto ben fatti e suggerisco di leggerli. E di applicare quanto scritto sul quello del risparmio energetico. Credo sia un dovere morale verso i nostri figli

domenica 9 dicembre 2007

CENTRALI ELETTRICHE DA COMBUSTIONE DI CDR? NO GRAZIE

Il Sindaco di Bitonto (http://www.rassegnastampacrp.com/archivio.aspx?id=33292) ha espresso la propria contrarietà ad avere a Giovnazzo una centrale per la produzione di energia elettrica dal combustibile derivato dai rifiuti (cdr) . Ed ha ragione. Il nome è piuttosto gentile, ma si tratta comunque di un processo di combustione simile a quello di un inceneritore. E un cdr è (fonte Osservatorio Nazionale sui Rifiuti)
Combustibile alternativo ottenuto dalla componente secca (carta, plastica, fibre tessile, ecc.) dei rifiuti urbani, dopo un apposito trattamento di separazione e purificazione da altri materiali, quali vetro metalli e inerti. Il CDR ha mediamente la seguente composizione: 44% carta, 23% plastiche, 12% residui tessili, 4,5% scarti legnosi, 14% organico putrescibile e 2,5% inerti; il suo potere calorifico inferiore è mediamente pari a 15.000 kJ/kg (circa 3.600 kcal/kg). Attualmente, sono due le possibilità di impiego di questo materiale: - sfuso e/o addensato, per la combustione in impianti industriali (cementifici, acciaierie, centrali termoelettriche, ecc.) o in forni dedicati a griglia o a letto fluido (Forni d'incenerimento); - in pellets, per la combustione con carbone o in combustori a letto fluido bollente o ricircolante.”

Poiché si tratta di un processo di combustione, dovrebbe esserci la presenza di polveri fini ed ultrafini. Non ho evidenza scientifica (non ho trovato nessun articolo in proposito) circa le emissioni di Particolato fine e ultrafine, ma se siamo in presenza di tali polveri nelle centrali a turbogas, dove siamo in presenza di gas, figuriamoci in presenza di quelle componenti (44% vetro, etc. etc.) che sono solide. Ma se è così, allora perché non si prende Giovinazzo e si fa costruire la centrale a solare termodinamico ? Non sarebbe più sicuro?

giovedì 6 dicembre 2007

SULL'INTESA SUL SOLARE TERMODINAMICO

Ecco l'articolo su Repubblica che parla del protocollo di intesa sul solare termodinamico.

http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/ambiente/solare/intesa-termodinamico/intesa-termodinamico.html

Meno male che hanno fatto tornare Rubbia in Italia. Occorre dare atto a Pecoraro Scanio che aver preso Rubbia come Consulente è stata una grande mossa.

lunedì 3 dicembre 2007

COSA E' IL SOLARE TERMODINAMICO...

Il Solare termodinamico è una tecnologia in cui una centrale solare immagazzina l'energia solare attraverso dei pannelli solari che provvedono a convogliare la luce solare in un liquido. Questo liquido assorbendo l'energia solare si riscalda fino a giungere ad ebollizione. Una volta diventato gas viene convogliato in una turbina collegata a una dinamo. La turbina sottrae energia cinetica al gas e la converte in energia meccanica che viene utilizzata dalla dinamo per produrre corrente elettrica. Esiste una seconda tipologia di centrali che non utilizza pannelli solari ma specchi. Gli specchi vengono puntati verso un serbatoio posto alla sommità di una torre. La luce concentrata dagli specchi fa evaporare il liquido contenuto nel serbatoio che inviato alla turbina e alla dinamo per generare energia elettrica. Questa seconda tipologia di centrale termica consente di raggiungere temperature maggiori e quindi consente di utilizzare come liquido altri elementi oltre all'acqua innalzando l'efficienza complessiva del sistema.
Siccome la radiazione solare media è di circa 1.000 watt/m2, il rendimento termodinamico è altissimo rispetto a quello fotovoltaico. La quantificazione espressa da Carlo Rubbia, Nobel per la fisica, chiarisce i vantaggi del sistema termodinamico:
"Come esperimento pilota i 20 megawatt raggiunti dalle tecnologie solari alla centrale di Priolo non sono da buttar via: bastano a una città di 20 mila abitanti, consentono di risparmiare 12.500 tonnellate equivalenti di petrolio l'anno ed evitano l'emissione di 40 mila tonnellate l'anno d’anidride carbonica. Il bello è che questo tipo di energia è conveniente: ai prezzi attuali, l'impianto si ripaga in 6 anni e ne dura 30. Oltretutto, una volta avviata la produzione di massa, i prezzi di costruzione tenderanno al dimezzamento".[1]

(Elaborato da wikipedia.it Il testo è disponibile nel rispetto dei termini della GNU Free Documentation License. )

FINALMENTE: IL SOLARE TERMODINAMICO IN PUGLIA!!!

L'energia solare avanza in Puglia. Domani il Ministro dell'Ambiente Pecoraro Scanio firmerà un protocollo di intesa con Puglia,Calabria e Lazio per la costruzione di centrali a specchi (il solare termodinamico di Rubbia). E questo per rispondere a chi diceva che il PEAR doveva basarsi su centrali elettriche inquinanti sparse ovunque (e al centrodestra che opta per un ritorno del Piano Fitto con termovalorizzatori ...)

domenica 2 dicembre 2007

COMUNICATO STAMPA DI BEPPE GRILLO MEETUP TARANTO CON PREGHIERA DI MASSIMA DIFFUSIONE (visto che la stampa non lo pubblica..)

COMUNICATO STAMPA
Se in tutta Europa si smantellano i termovalorizzatori (ovvero inceneritori) perché pericolosi per la salute del cittadino, in Puglia li vogliono costruire in contro tendenza anche con altre regioni italiane, governate dal centro destra, che con atti pubblici li hanno vietati. Allora perché in Puglia li vogliono costruire? Semplicemente perché dietro un inceneritore c'è un grosso business, sia per la costruzione, sia per la fetta di mercato che si apre una volta entrati in funzione ( ricordiamo che gli inceneritori bruciano i rifiuti dalla plastica alla carta, effettivamente sono dei forni ad alta temperatura). A questo punto è facile intuire che con un business sui rifiuti del genere sono notevoli le pressioni che questi gruppi industriali sono disposti a fare sui politici locali. Dopo questa premesse entriamo nel caso Puglia e nella vicenda che in questi giorni stà occupando parte della scena politica locale e regionale. Infatti era facilmente intuibile che la presentazione di un Ordine del Giorno fotocopia, per esempio al Consiglio Comunale di Mottola, ma sappiamo che è stato presentato anche in altri comuni della Puglia sempre con lo stesso testo, poi alla Provincia di Taranto ( ma anche a Bari, Brindisi, Lecce e Foggia) e ora sul piano Regionale con un comunicato di sintesi, facesse parte di una strategia comune, tutta puntata a riaprire la campagna di acquisizione di nuovi impianti di incenerimento nella nostra regione ed in modo particolare nella nostra provincia di Taranto con lo sventolare del fantasma dell'emergenza dei rifiuti. Ma l'azione di propaganda non si stà limitando al solo atto politico, infatti numerosi in questi giorni i convegni spot/pubblicitari come quello tenutosi l'altra sera a Faggiano, dove si vuole spiegare alla gente che l'unico modo di risolvere il problema dei rifiuti è bruciarli in un inceneritore. Tutte bugie. Questi nostri "dipendenti" mentono sapendo di mentire. Dicono che bruciare un tonnellata di rifiuti in un inceneritore costa meno che smaltirli in discarica. Ricordiamo, in tal senso, il caso del bacino di utenza BA2, dove era prevista la realizzazione di un termovalorizzatore di rifiuti indifferenziati presso l'area AMIU in zona industriale, il cui trattamento sarebbe costato ben 125 euro per ogni tonnellata, mentre in discarica costa 74 euro la tonnellata, chiara la differenza? Per capire meglio il giro di soldi che c'è dietro questa operazione riportiamo che l'intera provincia di Taranto produce una cosa come 1000 tonnellate circa di rifiuti al giorno. Il conto è facile, CHIARO?! Però cerchiamo di fare prima chiarezza su cosa è un termovalorizzatore ovvero un inceneritore di rifiuti. Occorre spiegare ai cittadini che un inceneritore non elimina i rifiuti o li fa sparire con la bacchetta magica. Ricordiamo la semplice regola di fisica studiata a scuola che recita: in natura nulla sparisce tutto si trasforma, quindi i rifiuti messi in un inceneritore, o termovalorizzatore come lo chiamano loro per confondere le idee, non spariscono ma si trasformano in ceneri e polveri sottilissime. Si sottilissime, tanto sottili che per vedere i granelli di questa polvere serve osservarli con uno speciale microscopio elettronico. Per ogni tonnellata di rifiuti incenerita si hanno: una tonnellata circa di emissioni gassose dai camini e oltre 250 kg di scorie e ceneri. Infatti al peso dei rifiuti bruciati bisogna aggiungere il peso dell'ossigeno atmosferico necessario alla combustione più il combustibile usato per bruciare i rifiuti. E' bene spiegare ai cittadini che l'inceneritore non elimina le discariche in quanto occorre predisporne di speciali per custodire le scorie "alla diossina" prodotte durante la combustione dei rifiuti. E inoltre la combustione produce polveri che i filtri trattengono solo per la parte più grossolana. Le polveri finissime, quelle più pericolose, vengono disperse e poi inalate e secondo gli ultimi studi, sono alla base di numerosi tumori. Pertanto occorre valutare la volontà popolare quando ci dovessero essere scelte delicate difficili che toccano da una parte la salute della gente e dall'altra l'igiene della città. Alla diossina e alle polveri della "privata" Ilva non vorremmo si sommasse anche una "percentuale" di nuova diossina e di nuove polveri "pubbliche" derivanti dall'incenerimento dei rifiuti. Con quali argomenti le amministrazioni pubbliche li stanno preferendo alla raccolta differenziata? La diminuzione delle discariche? Proprio il caso di Massafra è un esempio lampante della infondatezza di queste teorie secondo le quali i "Termovalorizzatori" sono l'alternativa alle discariche, infatti nonostante al servizio del bacino ATO TA 1 c'è questo termovalorizzatore, dalla capacità di circa 1000 tonnellate al giorno, si è dovuto ampliare per l'ennesima volta la discarica di servizio adiacente. Eppure il il bacino Taranto 1 produce circa 300 tonnellate di rifiuti al giorno che, se pur troppi, a noi sembrano meno della capacità di smaltimento degli impianti siti a Massafra. Allora c'è qualcosa che non torna nei conti. Non capiamo a questo punto a chi servono realmente questi inceneritori e queste nuove discariche?
Per non parlare del fatto che bisogna poi costruire altre discariche per smaltire le scorie ben più nocive, dei RSU, che i Termovalorizzatori producono sotto forma di ceneri residue della combustione.
Dunque, che piaccia o no, quella della raccolta differenziata "porta a porta" (non la trasmissione di Vespa), è la strada su cui le amministrazioni devono incamminarsi e non certo i termovalorizzatori verso i quali, oltre ai dubbi scientifici, fa peso la semplice considerazione che nel loro dimensionamento richiederebbero, per funzionare a regime, una notevole quantità di rifiuti da incenerire, tale non solo da rendere impossibile la raccolta differenziata, ma soprattutto da richiamarli da tutta Italia nella nostra Regione.
In poche parole la Puglia come la più grande pattumiera d'Europa.
Le Associazioni firmatarie
Amici di Beppe Grillo gruppo di Taranto
Comitato per Taranto
Peacelink

sabato 1 dicembre 2007

SUL PIANO ENERGETICO AMBIENTALE REGIONALE

Recentemente, sulla stampa, è stata riportata una manifestazione da parte di gruppi ambientalisti contro il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) della Puglia. Ho anche letto che tali ambientalisti pensano che si voglia coprire tutto il territorio Pugliese di centrali elettriche. Come sempre, sono andato alle fonti ed ho letto il PEAR. Devo dire che è un Piano molto ben fatto, anche stilisticamente. Ma sopratutto non dice assolutamente quello che riportano tali ambientalisti che hanno manifestato di fronte alla regione. Il PEAR prevede quanto segue:

  • la chiusura della centrale ENEL di Bari o ammodernamento con conversione a gas naturale
  • utilizzo di fonti eoliche, da biomassa, fonte solare termica e fotovoltaica

Questo è scritto nel piano energetico che si può scaricare dal sito della Regione Puglia. E' scritto nel volume Obiettivi e Strumenti. Mi chiedo: ma chi parla legge i documenti?