venerdì 12 novembre 2010
MENZIONE D'ONORE DAL MASSACHUSSETS INSTITUTE OF TECHNOLOGY
domenica 24 ottobre 2010
NAPOLI E I RIFIUTI
domenica 17 ottobre 2010
DEMOCRAZIA, ELITISMO ED INTERNET
venerdì 23 luglio 2010
UNA LOCANDINA PER IL RIONE TAMBURI
lunedì 28 giugno 2010
LE PORCHERIE DELLE CENTRALI A BIOMASSE
Ecco qui e qui gli interventi del Dott.Ferdinando Laghi, primario dell'U.O. di medicina interna all'ospedale di Castrovillari,responsabile ISDE-Italia Associazione medici per l'ambiente, al Convegno organizzato dal "Comitato per il No alla Centrale a Biomasse di Panettieri". Per tutti quelli che credono che la differenziata non serva, non occorre investire nell'eolico e nel solare e per quelli che non vogliono capire come si produce e cosa combina la diossina...
giovedì 24 giugno 2010
LA CORTE COSTITUZIONALE BLOCCA LE CENTRALI NUCLEARI
martedì 27 aprile 2010
IL GRUPPO ITALIANO DEL CLIMATE SUMMIT
Se vuoi partecipare anche tu, vieni su facebook qui: ti aspetto.
venerdì 23 aprile 2010
UNA NOTIZIA DEGLI AMICI DEL MEETUP DI TARANTO
Gli Amici del Meetup di Taranto mi segnalano che Venerdì 23 Aprile,alle ore 19, si terrà, presso il pub Santa Sofia a Grottaglie, la presentazione del libro "La città delle Nuvole" di Calro Vulpio, "dedicato" all'inquinamento a Taranto.
Carlo Vulpio è inviato del Corriere della Sera, quotidiano per il quale lavora dal 1990.
Si occupa di importanti fatti di cronaca e di inchieste in Italia e all'estero.
Gli ultimi casi che ha trattato riguardano i magistrati Luigi de Magistris e Clementina Forleo.
Queste inchieste sono state anche le ultime che Vulpio ha potuto raccontare, poichè il 3 dicembre 2008, dopo un articolo ricco di nomi e cognomi sui casi Why Not e Toghe Lucane, Vulpio è stato improvvisamente sollevato dall'incarico dalla direzione del Corriere (Paolo Mieli).
Ha scritto Roba Nostra (Il Saggiatore, premio Rosario Livatino 2009) e ha insegnato per diversi anni all'Università statale di Bologna, come docente a contratto, nel corso di laurea specialistica in Scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica.
Il suo blog è www.carlovulpio.it
sabato 10 aprile 2010
PARTECIPIAMO AL SUMMIT SUL CLIMA ON LINE!!!
UN ALTRO TERMOVALORIZZATORE IN PROVINCIA DI TARANTO
Le politiche ambientali (con alcune lodevoli eccezioni come quella del Consorzio Priula e delle recenti iniziative della Provincia di Roma) in Italia hanno due parole chiave (per usare un termine della Rete): ampliamento delle discariche e termovalorizzatori.Parlare di piani per la raccolta differenziata ai nostri amministratori è come parlare al diavolo dell’acqua santa. Non parliamo poi di business derivato dalla differenziata: quello neanche si sa che cosa sia. L’ultima iniziativa in Provincia di Taranto è stata la riapertura del termovalorizzatore dell’Azienda Multiservizi e Igiene Urbana (AMIU) di Taranto. Tutti sanno che Taranto è la città più martoriata d’Europa per l’inquinamento ambientale: Peacelink ha stimato che a Taranto sia concentrato il 90,3% delle emissioni nazionali di diossina nazionale, interi allevamenti sono stati chiusi per la presenza di diossina negli animali.
Questi studi dovrebbero far riflettere qualsiasi amministrazione, che dovrebbe tentare di investire in un processo virtuoso di riuso dei rifiuti invece che accettare un termovalorizzatore. Invece no, a Taranto decidono di riaccenderlo. Non si pongono un obiettivo, magari ambizioso, di fare una differenziata vera e raggiungere o superare la fatidica soglia del 65% di differenziata. Non si pongono l’obiettivo di creare occupazione con la raccolta differenziata, come avviene da altre parti, anche sollecitando la ricerca universitaria e di alta tecnologia associata all’ambiente. Niente di tutto questo. Si preferisce bruciare i rifiuti.
a review of epidemiological studies”, Ann Ist Super Sanità 2004;40(1):101-115
[2] GATTI A., “Nanopathology, The role of micro and nano particles in biomaterial induced pathology”, Progetto Europeo QLRT-2002-147 presentato al convegno “Polveri Ultrafini e Nanoparticelle” organizzato dall’ARPA Emilia Romagna, Ferrara 2006
[3] COLACCI A., “Effetti cellulari e molecolari indotti da particelle ultrafini”, Atti del convegno “Polveri Ultrafini e Nanoparticelle” organizzato dall’ARPA Emilia Romagna, Ferrara 2006
[4] DI VIRGILIO F., “Effetti delle polveri ultrafini e delle nanoparticelle a livello cellulare e molecolare” , Atti del convegno “Polveri Ultrafini e Nanoparticelle” organizzato dall’ARPA Emilia Romagna, Ferrara 2006
[5] FORASTIERE F., “Evidenze epidemiologiche degli effetti sanitari derivanti dall’esposizioni a polveri ultrafini e nanoparticelle”, Atti del convegno “Polveri Ultrafini e Nanoparticelle” organizzato dall’ARPA Emilia Romagna, Ferrara 2006
[6] OBERDÖRSTER G. ed altri, “Nanotoxicology: An Emerging Discipline Evolving from Studies of Ultrafine Particles”, Environmental Health Perspectives, volume 113, numero 7, Luglio 2005
martedì 30 marzo 2010
I CORVI DEL NUCLEARE
a) “Smart grid System report”, US Department of Energy (www.oe.energy.gov/.../SGSRMain_090707_lowres.pdf), una fonte affidabile;
b) Davis MacKay “Sustainable Energy” (scaricabile legalmente a questo indirizzo http://www.withouthotair.com/download.html);
c) Gary Johnson WIND ENERGY SYSTEMS (consultabile a questo indirizzo sempre legalmente http://www.rpc.com.au/products/windturbines/wind-book/WindTOC.html);
d) Paul Gipe, Wind energy Handbook (questo bisogna acquistarlo..).
Per quelli che dicono che l’energia eolica è inutile, ecco un comunicato stampa del 2008 dell’American Wind Energy Association. ,
La American Wind Energy Association, organizzazione di categoria nel settore della energia eolica, ha recentemente diramato i dati relativi alla installazione di nuovi impianti nel primo trimestre 2008. Nel periodo compreso tra gennaio e marzo di quest’anno, sono state installate turbine in grado di produrre 1.400 MegaWatt di energia, sufficiente al fabbisogno elettrico di 400.000 abitazioni. In base alle stime dell’associazione, nel 2008 dovrebbero essere completati impianti eolici per una produzione complessiva di 5.600 MW, in crescita del 5,6 % rispetto ai 5.300 MW del 2007. Fra i progetti più importanti che si realizzeranno nel 2008, è da citare l’impianto da 400 MW in Indiana,denominato Fowler Ridge. Il progetto, sviluppato da BP Alternative Energy e Dominion Resources, dovrebbe successivamente aumentare la capacita’ produttiva fino a 750 MegaWatt. Il presidente dell’American Wind Energy Association, Randall Swicher, ha dichiarato che gli elevati costi della produzione di elettricità da petrolio, gas e carbone favoriranno progressivamente la produzione di energia eolica. L’associazione stima che il settore dell’energia eolica negli Stati Uniti occupi attualmente 76.000 dipendenti e attragga investimenti per 11,5 miliardi di dollari.
Riflettete sugli ultimi numeri : 76000 dipendenti ed investimenti per 11,5 miliardi di dollari.. E stiamo parlando di due anni fa. Noi, invece, stiamo ancora a discutere (per fortuna ci sono le aziende del settore che investono in eolica).
Sul nucleare, consiglio di di leggere il seguente documento:
a) Energy WatchGroup, Uranium Resources and Nuclear Energy (scaricabile qui http://www.energywatchgroup.org/fileadmin/global/pdf/EWG_Report_Uranium_3-12-2006ms.pdf) per comprendere I limiti del nucleare in termini di combustibile. Lo hanno scritto alcuni autorevoli scienziati, non direttori di giornali.
Per il solare termico questi documenti (ahimè, anch’essi in inglese):
a) Concentrated Solar Thermal Power - Now
b) "An Assessment of Solar Energy Conversion Technologies and Research Opportunities" (dell’Università di Stanford)
Per chi ha dei dubbi sulla “intermittenza” dell’energia solare, si legga questo documento sulla tecnologia usata
http://www.solarpaces.org/CSP_Technology/docs/solar_tower.pdf
lunedì 22 febbraio 2010
CAMBIAMENTI CLIMATICI - L'EFFETTO SERRA : Parte I
venerdì 5 febbraio 2010
ECCO L'OSSERVATORIO DEGLI INCIDENTI NUCLEARI
lunedì 25 gennaio 2010
CAMBIAMENTI CLIMATICI -PARTE 1 : L'ALBEDO
La neve riflette quasi tutta la radiazione solare che la colpisce. Pertanto, quando la neve si scioglie, l’albedo diminuisce provocando un aumento della temperatura (ricordate? Se l’albedo diminuisce la temperatura aumenta) che, a sua volta, fa sciogliere altra neve e, quindi, provoca un ulteriore aumento di temperatura. Questo fenomeno continua fino al raggiungimento di un equilibrio termodinamico, ma comporta un aumento complessivo della temperatura e, quindi, del riscaldamento terrestre. Uno dei motivi per cui è importante che i ghiacciai non si sciolgano è legato a questo fenomeno: uno scioglimento dei ghiacciai comporterebbe, oltre all’innalzamento dell’acqua, una diminuzione dell’albedo con conseguente aumento di temperatura ed effetto a catena di scioglimento dei ghiacciai. Le nuvole, invece, riflettono la radiazione solare e quindi contribuiscono globalmente ad aumentare l’albedo ed a raffreddare la Terra. Anche gli aerosol (le particelle sospese nell’atmosfera a causa di eventi naturali, come eruzioni e tempeste di sabbie, o dell’inquinamento dell’uomo) riflettono la radiazione solare, aumentando quindi l’albedo, anche se la variazione nella loro composizione può comportare alcune variazioni nel potere riflettente.
Le attività dell’uomo legate alla deforestazione e all’agricoltura possono portare ad una diminuzione dell’albedo e, quindi, ad un riscaldamento globale. Ad esempio, nelle foreste tropicali gli alberi sono tagliati e rimpiazzati con suolo ancora più scuro a scopo di coltivazione. In questo caso, la radiazione solare assorbita aumenta ( i colori scuri assorbono maggiormente la luce, mentre il bianco la riflette) e la temperatura aumenta. Pertanto, la deforestazione e la cattiva gestione dei terreni agricoli possono contribuire ad aumentare la temperatura terrestre. Alcune immagini satellitari mostrano come le zone di città con costruzioni di colore scuro siano molto più calde di zone delle città che hanno giardini, piante ed alberi, esattamente come succede per il suolo scuro delle foreste. Anche le scelte costruttive e di politica urbanistica possono, quindi, influenzare il riscaldamento della Terra. Nel prossimo post, parleremo proprio di questo trattando di un argomento non molto affrontato: le isole di calore urbano.