FOTO DELLE ISOLE TUVALU (DESTINATE A SCOMPARIRE SE LE NAZIONI NON DIMINUIRANNO L'EMISSIONE DI GAS SERRA)

martedì 22 dicembre 2009

LA CONFERENZA DI COPENAGHEN SUL CLIMA? UN GROSSISSIMO FIASCO

L’accordo tra i vari di capi di stato (mai lettera minuscola è stata più appropriata) raggiunto alla Conferenza di Copenaghen Sul Clima è un non-accordo. Mai visto un documento più vuoto di questo. L’accordo è composto di 12 clausole, per un totale di 3 pagine (il protocollo di Kyoto e l’Accordo di Montreal avevano rispettivamente 18 e 45 pagine più corposi annessi) più due annessi COMPLETAMENTE VUOTI!!! Se non stessimo parlando di un dramma planetario, si potrebbe scherzare dicendo che il numero di nazioni partecipanti è stato maggiore del numero delle righe scritte nel documento. Ed ora vediamo per sommi capi cosa dice l’accordo. Nella prima clausola, si sottolinea che il cambiamento climatico è una sfida e che, per evitare problemi all’uomo, occorre migliorare (meno male) la cooperazione di lungo termine per combattere i cambiamenti climatici, e si riconosce (bontà loro) il punto di vista scientifico che l’aumento di temperatura dovrebbe (notate il condizionale.. in inglese “should”) essere sotto i 2 gradi centigradi. Nella seconda clausola, tutti concordano (meno male) che occorrono grossi tagli alle emissioni globali, con una "vista" di ridurre le emissioni in modo da mantenere la temperatura globale sotto i 2 gradi centigradi, e cooperando tra stati in modo DA RAGGIUNGERE IL PICCO DI EMISSIONI QUANTO PRIMA. Quindi due certezze: le emissioni aumenteranno ancora e non si sa per quanto tempo (il termine “quanto prima” è proprio scritto sull’accordo). In più, i paesi in via di sviluppo potranno raggiungere il picco di emissioni in un tempo maggiore. Peccato che tra questi paesi ci sia anche la Cina, che è la principale emettitrice di CO2 al mondo con gli Stati Uniti. E se un domani la Cina diventasse una nazione ricca? Sarebbe autorizzata ad emettere come una nazione in via di sviluppo? Una perla di non-sense, quindi. Nella terza clausola, i paesi indicano che bisogna intraprendere azioni per ridurre la vulnerabilità e costruire capacità di recupero (il termine inglese usato è resilience, che è piuttosto ambiguo) per le nazioni vulnerabili (il bisticcio delle parole è del testo, non mio), soprattutto per le isole. Mi devono spiegare come fanno a salvarle dall’aumento del livello del mare: se non ci fosse un dramma di interi popoli e culture, sarebbe veramente da ridere per la vacuità dell’accordo. Cosa vogliono fare? Costrure delle mura di cinta?? La quarta perla consiste in una suddivisione tra nazioni che accettano di ridurre le emissioni e indicano di quanto le ridurranno entro il 2020 e nazioni che, invece, implementeranno non meglio precisate azioni di mitigazione, non sono soggette a controllo esterno: le nazioni dovranno solo notificale le loro emissioni.Il testo dell’accordo non indica a chi deve essere inviato tale rapporto. In altre parole, alcune nazioni se ne potranno fregare altamente delle emissioni. Ma non finisce qui: i due annessi sono vuoti ed entro Gennaio 2010 le nazioni che vorranno (non tutte quindi) dovranno indicare le proprie intenzioni di taglio alle emissioni. Il trattato termina con altre clausole sui soldi da destinare, 30 miliardi di dollari nel triennio 2010-2012 con l’obiettivo di mobilitare 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 per l’aiuto alle nazioni in via di sviluppo. Cosa possiamo dire? Il rischio è che, grazie a quest’accordo, non si faccia proprio nulla. La comunità scientifica, tramite l’International Panel for Climate Change (IPCC) Fourth Assesment Report, indica che la tendenza è stata, negli ultimi 25 anni, di un aumento di 0,17 gradi centigradi ogni dieci anni. Basterebbe quindi mantenere la crescita delle emissioni che si è avuta dal 1993 ad oggi per poter rispettare il termine dell’accordo entro il 2020. Le nazioni in via di sviluppo (Cina in testa) potrebbero tentare di aumentare le proprie emissioni a scapito di quelle dei paesi sviluppati, proprio in virtù di questo risultato. Le piccole isole chiedevano di ritornare a una concentrazione di anidride carbonica pari a 350 ppm. Il guaio è che l’aumento registrato dal IPCC è di 1,4 ppm all’anno e quindi nel 2020 supereremmo le 400 ppm, con conseguenti problemi di sommersione di isole abitate. Infine, l’assenza di controlli internazionali sulle emissioni potrebbero indurre alcune nazioni a dichiarare falsi dati di emissione, in barba a tutti i buoni propositi. L’accordo è veramente penoso, una grandissima presa in giro e un teatrino della politica mondiale. L’unica voce seria è stata, secondo me, quella del Governatore della California Schwarzenegger (uomo di destra, per giunta) , che ha detto che nessun accordo è possibile senza un coinvolgimento dal basso: non solo rappresentanti governativi, ma anche ONG, Regioni, Società Civile. Parole che dovrebbero far riflettere i leader mondiali, e non solo loro.

venerdì 18 dicembre 2009

I PICCOLI EFFETTI DELLA PROPOSTA STATUNITENSE A COPENAGHEN

Oggi finalmente si comincia a sapere qualcosa. Pare che gli USA abbiamo l’idea di tagliare per il 2020 del 17% le loro emissioni di gas serra e dare 10 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo per le tecnologie. Qual è l’impatto sull’ambiente? Minimo. Calcoliamo quanto sarebbe la riduzione di temperatura se ci fosse una riduzione del 17% solo del CO2 : poiché il 17% è di tutti i gas serra, la riduzione di temperatura sarà inferiore. L’emissione, se tutti quanti ridurranno in percentuale come gli Stati Uniti, nel 2020 sarebbe di 48464 milioni di tonnellate di CO2 rispetto alle 58391 del 2006 (vedi post precedente per questo dato). La figura 1 mostra la suddivisione delle emissioni per continente comparando gli anni tra il 2006 e 2020: i valori delle differenze in 14 anni sono così irrisorie che non meritano neanche di essere mostrate.


Abbiamo visto che con un’ipotesi di riduzione del 40% dei paesi ricchi e del 30% dei paesi poveri eravamo tornati a livelli del 1984, mentre con la attuale ipotesi di riduzione del 17% siamo tornati ai valori del 1998, come si vede dai valori del post precedente. I dati di Muana Loa indicano una concentrazione di CO2 nel 1998 pari a 366.50 ppm. Calcolando come prima, avremmoo una differenza di temperatura tra il 2006 e il 2020 pari a 0.17 gradi centigradi, come si vede dal riquadro (per i dettagli vedi post precedente). Ma la riduzione, proprio perché gli altri gas serra incidono meno del CO2, sarà inferiore a 0,17 gradi, Una vera miseria !!!. Questa riduzione è assolutamente insufficiente, e va contro le proposte delle piccole isole , che richiedono di arrivare a 350 ppm del solo CO2 per il 2020: questa richiesta può essere soddisfatta solo con una riduzione del 40% delle emissioni del solo CO2 . Mr Obama, non faccia scherzi per cortesia, e tagli, ma di parecchio, le emissioni di CO2, pensando al futuro delle sue figlie.


O

lunedì 14 dicembre 2009

EFFETTI SUL CLIMA DELLE PRIME BOZZE DI COPENAGHEN

Alcune indiscrezioni giornalistiche riportate da Sky Tg24, parlano di una bozza di accordo, presentata dall’ONU, in cui si propone quanto segue: 1) i paesi ricchi devono ridurre le loro emissioni di CO2 nel 2020 da un minimo di 20% a un massimo di 40% ;2) i paesi poveri devono ridurre le loro emissioni nel 2020 da un minimo di 15% ad un massimo di 30%; 3) diminuire l’emissione di anidride carbonica del 75%-90% entro il 2050. Qui fornisco un’analisi delle emissioni e una stima della diminuzione della temperatura che si otterrebbe nel 2020 rispettando al meglio le proposte 1) e 2). Elaborando i dati dell’International Energy Annual 2006 dell’ Energy Information Administration statunitense, l’emissione complessiva di CO2 imputabile all’uomo è stata, nel 2006 , pari a 58391 milioni di tonnellate. Suddividendo l’emissione per continente, si ottiene quanto mostrato in figura 1.



Come si può notare, il Nord America , l’Asia e l’Oceania contribuiscono per oltre il 62% nell’emissione di anidride carbonica, mentre Europa ed Eurasia contribuiscono insieme per poco più di quanto contribuisca il Nord America. La tabella seguente mostra le emissioni maggiormente rilevanti, sempre relative al 2006. Gli Stati Uniti emettono l’85%. delle emissioni


del proprio continente, mentre Cina, India, Giappone e Corea del Sud emettono da sole oltre l’80% delle emissioni di Asia e Oceania. La Russia, invece, emette circa il 66% delle emissioni del proprio continente. L’Europa si mostra più virtuosa: le quattro maggiori potenze economiche coprono solo il 49% delle emissioni del Vecchio Continente. Per determinare di quanto si ridurrebbe la temperatura nell’ipotesi ottimistica di una riduzione delle emissioni di CO2 del 40% da parte dei paesi ricchi e del 30% dei paesi in via di sviluppo, calcoliamo dapprima le emissioni che si ottengono in questo scenario. Ipotizziamo che i paesi cui si applichi il livello del 40% siano: tutti i Paesi dell’Europa, il Giappone, la Russia e tutti i paesi del Nord America. Con queste ipotesi, si ottengono per il 2020 i valori riportati nella figura 2.


Il valore totale delle emissioni antropiche nel 2020 sarebbe pari a 37721 milioni di tonnellate di anidride carbonica, con una riduzione del 35% rispetto alle emissioni del 2006. Ad ogni modo,le percentuali di inquinameno dei vari continenti sono sostanzialmente simili a quelle del 2006. Per stimare la variazione di temperatura, notiamo che il valore dell’emissione nel 2020 corrisponde all’incirca alle emissioni complessive emesse nel 1984 (38338 milioni di tonnellate, v. figura 3) .




Ipotizziamo che la distribuzione di anidride carbonica tra oceano, atmosfera e biosfera sia rimasta identica.In questo modo, possiamo ipotizzare che nel 2020 la percentuale di andride carbonica nell’atmosfera sarà identica a quella del 1984. I dati di Mauna Loa sulla concentrazione di anidride carbonica negli anni indicano per il 1984 e per il 2006 valori rispettivamente di 344.41 ppm e 381.85 ppm. Per le ipotesi fatte, la concentrazione di anidride carbonica nel 2020 sarà pari a 344.41 ppm. Con opportuni calcoli ( si veda il riquadro) , si ottiene che la temperatura, per


effetto della diminuzione della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, diminuirà di 0.44 gradi (assumendo, in accordo con le stime probabili dell’IPCC AR4, che un raddoppio della concentrazione di anidride carbonica comporti un aumento della temperatura di 3 gradi centigradi, ovvero che la sensibilità climatica sia di 3 gradi centigradi) . Il valore che si ottiene è alquanto modesto in valore assoluto: una diminuzione di circa mezzo grado in 14 anni. Se, però, ricordiamo che negli ultimi anni la tendenza della temperatura è stata di aumentare di 0.17 gradi ogni dieci anni, una diminuzione del genere è una buona inversione di tendenza. E, stando sempre alle indiscrezioni, pare che l’Associazione dei piccoli stati insulari e dei paesi poveri abbiano chiesto un’emissione di 350 ppm. Sembra che la proposta ONU, quindi, possa soddisfare quest’esigenza, ed è anche abbastanza equa anche per i paesi ricchi, che mantengono intatte le loro percentuali di sviluppo. Di certo, però, vedo parecchie incognite: come arrivare a una diminuzione di 2 gradi centigradi complessivi e, soprattutto, con quali piani dovranno usarsi per arrivare alla proposta di diminuzione del 90% delle emissioni di CO2 entro il 2050? Inoltre, abbiamo visto che la percentuale di emissioni nel 2020 nei vari continenti sarà uguale a quella del 2006. Questo implica una medesima distribuzione di persone, e quindi analoghe esigenze di energia. Cosa succede in caso di migrazioni dovute agli attuali cambiamenti climatici? Ma come faranno i paesi in via di sviluppo a ottenere le tecnologie per diminuire le loro emissioni? Riusciranno a diminuire le loro emissioni immediatamente? Se non lo faranno, i calcoli fatti potrebbero essere veramente ottimistici. In altre parole, non basta solo definire i requisti dell’accordo: occorre impegnarsi immediatamente , senza aspettare tempi di attuazione tanto lunghi da vanificare gli effetti della scelta.

martedì 8 dicembre 2009

COSA E' L'EFFETTO SERRA?

Nella Conferenza sul clima di Copenaghen si deciderà il futuro del nostro pianeta, soprattutto per raggiungere un accordo sul contenimento delle emissioni di anidride Carbonica (CO2). Le lobby negazioniste sono al lavoro, e sono molto potenti (si capisce perché gli Stati Uniti non hanno ratificato il protocollo di Kyoto). Poiché una mancanza di conoscenza sull’argomento può facilmente condurre le persone a pensare che i negazionisti abbiano ragione (con conseguenze nefaste per tutti noi), spiegherò cosa è l’effetto serra e perché il limitare l’emissione di Anidride Carbonica sia così importante. La figura (fonte wikipedia) mostra come funziona l'effetto serra. Senza entrare nei dettagli quantitativi, il sole emette radiazione elettromagnetica (di cui la luce visibile è solo una parte) che arriva, in parte, sulla superficie della Terra che, a sua volta, emette radiazioni elettromagnetiche, come tutti i corpi “caldi”. Questa radiazione è assorbita dai cosiddetti gas serra, che la riflettono verso la superficie terrestre, contribuendo a bilanciare in termini energetici la Terra e, quindi, a riscaldarla. Per motivi legati alla struttura delle molecole, l’ossigeno e l’azoto (che sono i gas predominanti nell’atmosfera) non danno alcun contributo all’effetto serra. I principali gas serra sono l’anidride carbonica, il metano e gli ossidi d’azoto. Senza l’intervento dell’uomo, questi gas hanno consentito (insieme allo scudo dell’ozono, che ci protegge dai raggi ultravioletti ad alta energia del Sole) l’esistenza della vita sulla Terra. Se, però, le concentrazioni di questi gas aumentassero, la temperatura sulla Terra, come si può facilmente immaginare, aumenterebbe anch’essa. Un aumento della temperatura sulla Terra sarebbe catastrofico: scioglimento dei ghiacciai, desertificazione, alterazione del ciclo idrogeologico, cambiamenti climatici, inondazioni, e così via. La vita sulla Terra ne risentirebbe: la desertificazione porterebbe, per esempio, ad esodi di massa, con conseguenti problemi politici di dimensioni bibliche. Pertanto, occorre regolare l’emissione di tali gasi. Il gas serra che contribuisce maggiormente all’effetto serra è l’anidride carbonica: un raddoppio della presenza di anidride carbonica rispetto a valori pre-industriali comporterebbe un aumento di 2 gradi su tutto il pianeta, con conseguenze catastrofiche (si parla di innalzamento dei mari di oltre un metro). I combustibili fossili (per esempio, il gasolio), i cementifici e le fiamme di gas (vedi figura fonte wilkipedia) sono le principali cause di produzione di anidride carbonica.

mercoledì 2 dicembre 2009

CONTRO I NEGAZIONISTI ALLA CLIMATE CHANGE CONFERENCE DI COPENAGHEN

Ecco un mio contributo al Climate Thinkers Blog della conferenza sul clima di Copenaghen. Ho risposto ad un negazionista che "negava" (scusate il bisticcio) l'effetto serra. E' in Inglese, ma eccolo qui


Dear Mr. Lepant,

I think you need some better information than what you have now.
In 2007, the concentration of CO2 in the atmosphere was 381 ppmV against a 358 ppmV measured in 1995(see the Monthly and annual atmospheric CO2 record from continuous measurements at Jubany Station). The equivalent measured data over Mauna Loa shows that in the 1951 the concentration was 315 ppmV (see Keeling and oth: A three dimensional model of atmospheric CO2 based on observed winds: 1. Analysis of observational data. Aspects of Climate Variability in the Western Pacific and Western Americas,D. Peterson, Ed., Geophysical Monographs, 55, American Geophysical Union). Moreover, estimates show that the concentration in the pre-industrial era was 280 ppmV. Therefore, since this value can be considered as the current “CO2 contribution” higher limit due to non human activity (the contribution on the human activities on the forest during these years has for sure decreased this value) , the total part of the CO2 due to the human activities can be calculated as greater than 25.9% (this number is obtained with the following percentage calculation (381-280)/381 = 0.259) So, the data of 4% that you are showing is incorrect.
The greenhouse effect does not depend from the”CO2 heat capacity” which you refers, but from the fact that the greenhouse gas absorbs the infrared radiation and “reflects” (a quantistic effect) a part of them on the Earth, contributing to the planet warming. CO2 is one of the greatest contributor (with ozone and water vapor) to the absorption, as it was observed by NIMBUS-4 IRIS (see, for example, Liou, An Introduction to Atmospheric Radiation, Academic Press).
The motion in the atmosphere is quite complex, and involves the classical mechanical aspects (hydrostatical equilibrium, etc. etc) together with the aspects of classical thermodynamics applied to heterogeneous mass. It is not explained by the Brownian Motion.
Every policy model, including what you are suggesting, is correct if it respects the environment, and the reduction in the CO2 emission is an important part of a policy. Therefore, I personally encourage all the policy that appropriately reflects that aspect.

Giovanni Macchia
Mottola
Italy


Chi è interessato può seguire il resto o contribuire andando qui

Pensate che si perda tempo con simili farneticazioni? No, perchè pochi forse sanno che in Parlamento alcuni onorevoli hanno firmato un documento che nega il problema dell'effetto serra (anzi, stando a quanto ha scritto Repubblica pare che sostengano che il riscaldamento faccia bene). E negli Stati Uniti, la destra estrema sta portando avanti una battaglia micidiale contro Copenaghen (non per niente, la persona con cui sto discutendo ha anche scritto simili cose su un blog repubblicano).
Sempre all'erta, quindi