FOTO DELLE ISOLE TUVALU (DESTINATE A SCOMPARIRE SE LE NAZIONI NON DIMINUIRANNO L'EMISSIONE DI GAS SERRA)

lunedì 30 giugno 2008

INTERVISTA DI GIANCARLO CASELLI SULLE LEGGI DELLA GIUSTIZIA PROPOSTE ULTIMAMENTE DA BERLUSCONI

Ecco il video con l'intervista di Caselli

http://it.youtube.com/watch?v=EV7prenmRas

Quando ero ragazzo, se fosse successa una cosa simile i partiti ed i sindacati sarebbero scesi in piazza per giorni... Ci sarebbero stati scioperi ad oltranza. Altri tempi: questi sono dei molluschi e, forse, anche collusi visto che alcuni esponenti del PD parlano di possibile dialogo sulle leggi. Che disgrazia !!! Un patrimonio conquistato da Prodi sciupato completamente nel giro di pochi mesi. Avranno sulla coscienza la rovina dell'Italia (del centrosinistra non gliene frega nulla a nessuno, quindi si può anche rovinare...)

domenica 29 giugno 2008

IL PIANO TRIENNALE DI SVILUPPO DEL GOVERNO BERLUSCONI

Il consiglio dei ministri del 18 Giugno ha approvato il “Piano Triennale per lo sviluppo”. Vi sono alcune cose positive, e degne di interesse. Innanzitutto sono stati stanziati 800 milioni di euro per lo sviluppo della larga banda nel Mezzogiorno. Dovranno essere spesi entro il 2013, ma comunque è importante che il Governo ci abbia pensato. Il digital divide in Italia ha dati preoccupanti, soprattutto nel Mezzogiorno. Aver previsto questo investimento è, quindi, un’ottima cosa.

Sviluppo Italia avrà una nuova missione: quella di attrarre gli investimenti esteri di elevata qualità e che possono contribuire allo sviluppo del sistema economico e produttivo italiano. Qui ho qualche dubbio. Le imprese estere, per venire in Italia, devono trovare infrastrutture e servizi adeguati, sicurezza nella lotta contro la criminalità. Se la stessa Amazon, per ammissione dei suoi dirigenti, non apre una sede in Italia perché i servizi posali non funzionano (non stiamo parlando di capannoni, ma di siti on-line), come potrà Sviluppo Italia attrarre investitori? Vedremo. A proposito di Amazon, il Piano prevede anche la liberalizzazione dei servizi postali e dei servizi pubblici locali. Ovviamente, quest’iniziativa è lodevole, come tutte le liberalizzazioni. Così come è pure lodevole la liberalizzazione degli impianti di distribuzione dei carburanti: speriamo che così vi possa essere una competizione seria nei prezzi del carburante al dettaglio.

I fondi per le aree sottosviluppate, i cosiddetti fondi FAS, saranno ri-orientati, dall’attuale distribuzione a pioggia, a progetti Paese sui trasporti, sicurezza, energia, telecomunicazioni, ambiente e internazionalizzazione. L’unica perplessità che ho è che si corre il rischio di fare grandi progetti che, magari, non aiutano le specificità di un territorio. Oppure il rischio è che, se si cerca di fare un grande progetto integrato che tenga conto di tutte le specificità, si creino dei mega-progetti mostro che stenteranno a partire e ad essere completati. Anche perché sinora come pianificazione l’Italia non ha mai brillato… Ad ogni modo, l’idea di fare dei progetti-paese è interessante.

Vi sono altri punti interessanti, che riguardano i progetti di Industria 2015 (ampliamento delle aree di intervento), le semplificazioni (apertura di un’impresa in un giorno)., sorveglianza dei prezzi. Ma, a mio avviso, è importante che si cominci a pensare al problema energetico nazionale in termini strategici. Si prevede, infatti, la definizione di una Strategia Energetica Nazionale entro giugno 2009. Io spero che, come si deduce dalle dichiarazioni rilasciate dall Ministro Scajola, sia aperta a tutti quanti sono interessati a far sentire la loro. Questo indipendentemente dal ritorno o meno del nucleare. L’importante è che si cominci a pensare in maniera strategica. Certo, la presenza della parola termovalorizzatori non può soddisfarmi, ma ritengo che, se la stesura della strategia avviene sentendo tutte le campane ed in maniera seria ed oggettiva, le altre fonti rinnovabili dovrebbero prendere il sopravvento. Sul nucleare, poi, occorre un approfondimento molto serio, che tenga conto di tutte le variabili per individuare la sua reale economicità. Chi scrive, in passato, ha votato per il sì al referendum per il nucleare, e, quindi, io non ho posizioni preconcette. Sulla sicurezza, poi, si sono fatti passi da gigante. I problemi veri sono legati alle scorie: dove metterle? Negli Stati Uniti, hanno stanziato 50 miliardi di dollari per varare un progetto per sotterrare le scorie in una zona dove hanno fatto esperimenti atomici (un deserto quindi). Il problema è estremamente complesso. Ma il voler elaborare una strategia nazionale è sicuramente qualcosa di positivo.

Vi sono, però, delle assenze che mi lasciano perplesso. Innanzitutto, non si parla di università. E’ pur vero che il piano è stato preparato dal Ministero per lo Sviluppo Economico, e quindi non si è, forse, voluto invadere il campo degli altri. Ma l’assenza di un collegamento con l’Università è, a mio avviso, un problema. E’ pur vero che Industria 2015 favorisce la ricerca industriale, ma il coinvolgimento dell’Università deve, in qualche modo, essere istituzionalizzato. Diventa un vero segnale anche per le industrie che non spendono un euro in ricerca.

Un’altra assenza che brilla è la mancanza di investimenti per favorire l’adozione di sistemi di qualità, di miglioramento dei processi produttivi e di innovazione, oltre che premiare l’introduzione di managerialità nelle Piccole e Media Imprese. Ad onor del vero, nessun governo sinora ci ha mai pensato, quindi non si può rimproverare nulla al governo attuale. Ma un segnale in questo senso, mostrando anche al mondo economico internazionale che il Governo vuole puntare sull’innovazione e sulla qualità delle mprese nazionali, sarebbe stato importante. Speriamo che rientri in qualche punto del piano.

Altra cosa mancante è un collegamento integrato con le problematiche ambientali. Oggi, l’economia legata all’ambiente produce ricchezza e posti di lavoro, ed è strettamente collegata ai problemi energetici. Investire in ricerca e sviluppo sul solare termico, sul fotovoltaico, sui materiali, e su altre tecnologie , può avere un effetto moltiplicatore per il paese. Spero che questa mancanza sia dovuta al non voler entrare nelle competenze di altri ministeri. Però, spero che, in futuro, entrambi i Ministeri interagiscano per creare un Piano di Sviluppo Integrato, che coniughi le esigenze energetiche ed ambientali.

martedì 24 giugno 2008

CHI HA AVUTO HA AVUTO HA AVUTO.. CHI HA DATO... SCURDAMMOCE O PASSATO -- TERMOVALORIZZATORE A NAPOLI

La situazione in Campania, per i rifiuti, è drammatica. Vedendo quello che mostrano in televisione, si diventa preda di uno sconforto che fa accettare i termovalorizzatori come male minore. E infatti il Sindaco di Napoli ha parlato di termovalorizzatori e della loro non-pericolosità. Nessuno che ha parlato di investire per la raccolta differenziata a Napoli e dintorni. Nessuno che parla di creare occupazione. Ma ecco una "chicca" pubblicata tempo fa sul sito di Beppe Grillo:

La portavoce del ministero dell’Ambiente della Sassonia ha dichiarato: “I rifiuti non sono stati bruciati negli inceneritori, sono stati separati i rifiuti organici da quelli solidi, che diventeranno materie prime secondarie, una parte minore è stata trattata in un impianto meccanico-biologico e verrà venduto alle industrie”.

Niente termovalorizzatori, quindi. Ma differenziazione dei rifiuti. Perchè non acquistare un impianto di questo tipo e rivendere, da Napoli, i rifiuti trattati? Vi immaginate che giro di affari ci sarebbe e quanta occupazione creerebbe? Niente da fare. Paghiamo la Germania per trattare i rifiuti e anche per le materie che acquistiamo da loro e che provengono dall'immondizia della Campania.

Per quanto riguarda la pericolosità, leggete questo articolo della rivista italiana dell'Istituto Superiore della Sanità, rivista quindi attendibilissima:

http://www.iss.it/binary/publ/cont/401101.1144756619.pdf

Io non dico nulla. E' in inglese, ma l'abstact è tradotto in italiano. E comunque, l'inglese si può tradurre.



martedì 17 giugno 2008

EOLICO IN PROVINCIA DI TARANTO? CERTO CHE SI

Il mio amico Franco Catapano mi sollecita a dire la mia sull’energia eolica, in particolare per quanto sta succedendo a Laterza, dove, a detta di Franco, pare che l’Amministrazione comunale voglia dare l’assenso ad installare un numero impressionante di aerogeneratori. E come faccio a dire di no? Il sito del PD di Laterza segnala questo blog, cosa che non fa invece il sito del PD del mio Comune, e quindi, molto volentieri, rispondo al sollecito. Chiariamo innanzitutto che esiste un “Regolamento per la realizzazione di impianti eolici nella Regione Puglia”, al quale occorre fare riferimento, e che si applica agli impianti eolici di potenza superiore a 60 kW, se costituiti da più di un aerogeneratore, e agli impianti eolici costituiti da un solo aerogeneratore di potenza superiore a 1 MW. Le procedure di valutazione ambientale valgono SEMPRE, tranne che per impianti con potenza nominale non superiore ai 20 Kw o a servizio di utenze isolate (sono quelle con distanze dall’utenza elettrica servita non superiori ai 200 metri). Queste eccezioni servono, a mio avviso, per favorire impianti di mini-eolico ad uso personale (nel PEAR si parla di mini eolico con valori di 30 Kw o 60 kw). Pertanto, per “mostri” l’impatto ambientale deve essere sempre valutato. Ma non basta. Il regolamento prevede la realizzazione del “Piano di Regolamentazione Impianti Eolici” (PRIE) , che per Laterza, Mottola, Massafra Crispiano, Castellaneta, Palagianello e Palagiano è stato preparato dalla Comunità Montana, e che fornisce atti di indirizzo. Inoltre, esiste il “Piano Energetico Ambientale Regionale” (PEAR), che fa sempre riferimento al regolamento suddetto. Il PRIE prevede un numero massimo di impianti installabili nel territorio della Comunità Montana ed in ogni comune, in funzione della potenza erogata. Complessivamente, le simulazioni fatte dal PRIE prevedono, considerando tutti i vincoli paesaggistici e ambientali, un numero massimo di 160 impianti di 2 Mw ciascuno all’interno di tutto il territorio di Laterza, Mottola, Massafra Crispiano, Castellaneta, Palagianello e Palagiano. Il PRIE ha anche previsto le aree dove è possibile realizzare tali impianti, considerando i vincoli paesaggistici, ambientali, di velocità del vento, e così via. Gli impianti inferiori ad 1 MW non dovrebbero rientrare nel PRIE, in quanto non rientrano nel suddetto regolamento, ma sono comunque sottoposti a valutazione di impatto ambientale. Inoltre, vi sono limiti imposti dalla tecnologia, dalla fisica e dalla progettazione di "fattorie del vento": distanze, etc. etc.

E, dopo questa carrellata tranquillizzante (vi è sempre la Valutazione di Impatto Ambientale da fare, altrimenti interviene la UE e con quelli non si scherza), vi dico cosa penso. Credo che l’eolico dovrebbe essere incoraggiato il più possibile, anche perché controindicazioni per l’ambiente non ve ne sono. So che gli ambientalisti pensano agli uccelli, ed ai danni che possono avere dagli impianti. Ma, su questo, occorre essere chiari. Innanzitutto statistiche indicano che la mortalità annua (negli Stati Uniti) di uccelli dovuti ad impianti eolici varia da 10mila a 40mila, contro gli oltre 174 milioni morti sulle linee elettriche, gli 80 milioni morti contro i veicoli ,50 milioni contro torri di comunicazione e 980 milioni contro finestre ed edifici , tanto per citarne alcuni (non sto dando i numeri, c’è un rapporto del National Wind Coordinating Committe degli USA che parla di questi numeri). Una percentuale veramente infima: su un totale di 1300 milioni circa di uccelli morti, 3 ogni 100mila sono morti a causa di impianti eolici. Poi, penso che, se continuiamo a rifiutare insediamenti eolici e a dire sempre no, alla fine ci ritroveremo con schifezze nella regione: i no, nonostante le loro buone intenzioni, diventano funzionali all’installazione di sistemi inquinanti.

Ed ora qualche considerazione energetica. Se ipotizziamo 2000 ore di funzionamento annue per ogni impianto da 2 Mw (una media accettabile), otteniamo che, solo nell’area che stiamo considerando, si possono generare 0,64 Twh (migliaia di miliardi di watth), pari a 1,1% circa di quanto abbiamo importato dall’estero nel 2006. Se la Puglia potesse inserire, ad esempio, altri 20 insediamenti come quelli previsti dal PRIE di Laterza, Mottola, Massafra Crispiano, Castellaneta, Palagianello e Palagiano (in fondo sono solo 7 comuni), la Puglia genererebbe 13 TWh circa, ovvero poco meno del 29% di quanto abbiamo importato dall’estero nel 2006. E se in tutte le regioni fosse possibile installare impianti analoghi, potremmo, solo con l’eolico, esportare energia all’estero. E senza aver bisogno di investire pesantemente in altre fonti, pericolose od inquinanti che siano. Ma questo è un altro discorso.

Cosa suggerire all’amico Franco? Di farsi portavoce di un progetto che coinvolga tutti i comuni oggetto del PRIE, per creare un consorzio per favorire e gestire economicamente, nella maniera più conveniente per i comuni, il “business” dell’eolico. Il consorzio dovrebbe negoziare per conto dei comuni, magari favorire la ricerca puntando su talenti locali, chiedere in cambio costruzioni o comunque opere utili al territorio. E, perché no, farsi promotrice anche per le altre zone della Puglia, magari esportando il suo modello. Perché non farlo? Questa sì che sarebbe Politica con la P maiuscola. E, soprattutto, la classe politica locale acquisterebbe una credibilità che, purtroppo, attualmente non ha.

domenica 1 giugno 2008

DIALOGO TRA DIFFERENZIO E BRUCIO (ovvero il sonno della ragione)

Dall’ultima volta che ho messo qualcosa sul blog, è accaduto di tutto. C’è chi punta sul nucleare, in Campania sono state arrestate 25 persone per problemi rifiuti (tra cui persone vicine a Bertolaso), qualcuno ha ventilato la costruzione di una centrale nucleare a Manduria o Nardò o Avetrana. Difficile stare dietro a tutto questo, almeno da parte mia, considerando anche gli impegni lavorativi ed extralavorativi che ho. Una cosa rimane invece sempre la stessa, immutabile come non mai: la volontà di costruire termovalorizzatori in Puglia da parte del centro-destra. Ma la cosa che mi colpisce è che sembra un dialogo con dei sordi. Ipotizziamo un dialogo tra due persone, che chiameremo Differenzio e Brucio. Brucio comincia dicendo: “Occorre costruire i termovalorizzatori per elminare i rifiuti e produrre energia”. Differenzio risponde:”Scusa, ma puoi spiegarmi perché non facciamo la raccolta differenziata porta a porta? Potremmo trattare i rifiuti, vendendo le materie come la plastica, il vetro etc. Si può creare lavoro per tanti” Incurante, Brucio risponde “Tra un poco la Puglia sarà come la Campania”. Differenzio, armato di pazienza, dice “Forse non mi hai sentito, sei troppo nervoso o preso da quello che succede a Napoli. Mi stai ascoltando?” “Sì”, risponde Brucio. “Allora, mi vuoi dire perché non vuoi fare la raccolta differenziata?”gli chiede Differenzio. Brucio risponde “Se non usiamo i termovalorizzatori, finiremo come la Campania”. “Non hai risposto alla mia domanda, però”, replica Differenzio. “Sei un oscurantista, vai contro la ragione e la scienza. Non vi sono pericoli per la salute”risponde Brucio. “Veramente pericoli ve ne sono. Ma lasciamo perdere, per ora. Dimmi perché non sei d’accordo”risponde Differenzio. “Ancora non vuoi considerare i termovalorizzatori? Oscurantista”replica Brucio. E lasciamo perdere il resto. Le risposte di Brucio vi sembrano logiche e imperniate sul dialogo? A me non pare. Sembrano invece di una persona chiusa a riccio sulle sue convinzioni. E’ il sonno della ragione, appunto. Alla stessa maniera si comportano alcuni politici regionali: parlano solo dei termovalorizzatori senza replicare a chi chiede la raccolta differenziata. Ignorano la domanda, come Brucio. Beh, allora anche per loro c’è il sonno della ragione.

Ho anche sentito, in questo mese, parlare vari scienziati pro e contro i termovalorizzatori. C’era chi diceva che non fanno male, chi invece diceva che sono dannosi. Io ho un’estrazione scientifica, che mi porta a verificare la bontà o meno di affermazioni. Ho notato che, oltre allo studio di un ricercatore del CNR sugli effetti delle nanopolveri sui turbogas, non avevo articoli pubblicati su riviste scientifiche autorevoli che trattavano l’argomento termovalorizzatori. Solo presentazioni a convegni. Ma un’obiezione che si potrebbe fare è che questi convegni sono fatti di proposiro per denigrare i termovalorizzatori e fare carriera a scapito di questa energia sicura (va da sé che non lo penso minimamente,ma contro il sonno della ragione si deve combattere prevedendo anche le più grosse corbellerie). E allora, ho cercato qualcosa su qualche rivista scientifica, magari piccolina e in qualche paese anglosassone, culla della ricerca scientifica attuale. E invece no. Ho trovato un articolo, risalente al 2004, pubblicato nientemeno che sugli Annali dell’Istituto Superiore della Sanità (rivista autorevolissima e certamente non di parte), che parla degli effetti sulla salute della esposizioni ad emissioni da inceneritore. Ecco l’indirizzo dove scaricarlo:

http://www.iss.it/binary/publ/cont/401101.1144756619.pdf

E’ in inglese, ma l’abstract è anche in Italiano. Leggetelo. Io non dico nulla. Non voglio influenzare nessuno. Di sicuro, è difficile che medici e scienziati non sapessero nulla di quest’articolo, a meno che non fossero disinformati. E quindi farebbero meglio a studiarsi la letteratura.