FOTO DELLE ISOLE TUVALU (DESTINATE A SCOMPARIRE SE LE NAZIONI NON DIMINUIRANNO L'EMISSIONE DI GAS SERRA)

martedì 27 aprile 2010

IL GRUPPO ITALIANO DEL CLIMATE SUMMIT

Dopo la conferenza on-line Stuart Scott, il direttore esecutivo e fondatore del Climate Summit, mi ha chiesto di fare il Coordinatore Nazionale per l'Italia. Ho accettato volentieri e, come prima cosa, ho creato un gruppo su facebook che attualmente ha circa 60 persone. Oltre ad esserci notizie fresche, è possibile anche creare discussioni su argomenti di tipo ambientale.

Se vuoi partecipare anche tu, vieni su facebook qui: ti aspetto.

venerdì 23 aprile 2010

UNA NOTIZIA DEGLI AMICI DEL MEETUP DI TARANTO

Gli Amici del Meetup di Taranto mi segnalano che Venerdì 23 Aprile,alle ore 19, si terrà, presso il pub Santa Sofia a Grottaglie, la presentazione del libro "La città delle Nuvole" di Calro Vulpio, "dedicato" all'inquinamento a Taranto.

Carlo Vulpio è inviato del Corriere della Sera, quotidiano per il quale lavora dal 1990.
Si occupa di importanti fatti di cronaca e di inchieste in Italia e all'estero.
Gli ultimi casi che ha trattato riguardano i magistrati Luigi de Magistris e Clementina Forleo.

Queste inchieste sono state anche le ultime che Vulpio ha potuto raccontare, poichè il 3 dicembre 2008, dopo un articolo ricco di nomi e cognomi sui casi Why Not e Toghe Lucane, Vulpio è stato improvvisamente sollevato dall'incarico dalla direzione del Corriere (Paolo Mieli).

Ha scritto Roba Nostra (Il Saggiatore, premio Rosario Livatino 2009) e ha insegnato per diversi anni all'Università statale di Bologna, come docente a contratto, nel corso di laurea specialistica in Scienze della comunicazione pubblica, sociale e politica.
Il suo blog è www.carlovulpio.it

sabato 10 aprile 2010

PARTECIPIAMO AL SUMMIT SUL CLIMA ON LINE!!!

Un grande evento ci attende Venerdì 16 Aprile: il primo summit sul clima dove è possibile partecipare ed intervenire da casa!!! Tra i tanti partecipanti al summit, sarà presente il Rajendra Pachaur, presidente dell'IPCC, organizzazione che ha ricevuto il Nobel per la Pace. Inutile dirlo: partecipiamo numerosi!!! Per saperne di più, andate qui

UN ALTRO TERMOVALORIZZATORE IN PROVINCIA DI TARANTO

Le politiche ambientali (con alcune lodevoli eccezioni come quella del Consorzio Priula e delle recenti iniziative della Provincia di Roma) in Italia hanno due parole chiave (per usare un termine della Rete): ampliamento delle discariche e termovalorizzatori.Parlare di piani per la raccolta differenziata ai nostri amministratori è come parlare al diavolo dell’acqua santa. Non parliamo poi di business derivato dalla differenziata: quello neanche si sa che cosa sia. L’ultima iniziativa in Provincia di Taranto è stata la riapertura del termovalorizzatore dell’Azienda Multiservizi e Igiene Urbana (AMIU) di Taranto. Tutti sanno che Taranto è la città più martoriata d’Europa per l’inquinamento ambientale: Peacelink ha stimato che a Taranto sia concentrato il 90,3% delle emissioni nazionali di diossina nazionale, interi allevamenti sono stati chiusi per la presenza di diossina negli animali.

In questo contesto, cosa fa l’AMIU? Apre un termovalorizzatore. Ricordo ai più che il termovalorizzatore brucia rifiuti (trattati precedentemente) per generare energia elettrica. Sembrerebbe l’uovo di Colombo, se non fosse per delle “piccolissime” controindicazioni. La prima è relativa ad una legge chimica che si studia da tanto tempo, la legge di Lavoisier, che recita così: “In natura nulla si crea o si distrugge, ma tutto si trasforma”. La chimica stabilisce, infatti, la legge della conservazione della massa tra reagenti e prodotti. Tutto ciò che si brucia, quindi, non scompare, ma è soltanto trasformato. In cosa, si potrà chiedere il lettore, può essere trasformato il composto prodotto dai rifiuti? In polveri sottili ed ultrasottili. Due parole che tranquillizzerebbero, se non fosse per i loro effetti nocivi sulla salute (cancro, problemi respiratori, mortalità cardiopolmonare solo per citarne alcuni) che sono documentati da un’abbondante letteratura scientifica (gli scettici possono trovare una bibliografia alla fine dell’articolo dove regna imperioso il convegno organizzato nel 2006 dall’ARPA Emilia-Romagna. Esiste addirittura una branca che si occupa delle nanopatologie, ovvero delle patologie da polveri ultrasottili).
Questi studi dovrebbero far riflettere qualsiasi amministrazione, che dovrebbe tentare di investire in un processo virtuoso di riuso dei rifiuti invece che accettare un termovalorizzatore. Invece no, a Taranto decidono di riaccenderlo. Non si pongono un obiettivo, magari ambizioso, di fare una differenziata vera e raggiungere o superare la fatidica soglia del 65% di differenziata. Non si pongono l’obiettivo di creare occupazione con la raccolta differenziata, come avviene da altre parti, anche sollecitando la ricerca universitaria e di alta tecnologia associata all’ambiente. Niente di tutto questo. Si preferisce bruciare i rifiuti.

E pensare che la Regione Puglia è Regione Obiettivo 1, ovvero ha soldi dall’unione Europea tramite i progetti POR. Perchè non tentare di fare un progetto serio, usando i finanziamenti a disposizione della Regione Puglia, per far partire una seria differenziata, come nel Consorzio Priula? Dopo questo spunto di riflessione, ecco l’elenco promesso degli articoli scientifici:


[1] FRANCHINI M. ed altri, “Health effects of exposure to waste incinerator emissions:

a review of epidemiological studies”, Ann Ist Super Sanità 2004;40(1):101-115

[2] GATTI A., “Nanopathology, The role of micro and nano particles in biomaterial induced pathology”, Progetto Europeo QLRT-2002-147 presentato al convegno “Polveri Ultrafini e Nanoparticelle” organizzato dall’ARPA Emilia Romagna, Ferrara 2006

[3] COLACCI A., “Effetti cellulari e molecolari indotti da particelle ultrafini”, Atti del convegno “Polveri Ultrafini e Nanoparticelle” organizzato dall’ARPA Emilia Romagna, Ferrara 2006

[4] DI VIRGILIO F., “Effetti delle polveri ultrafini e delle nanoparticelle a livello cellulare e molecolare” , Atti del convegno “Polveri Ultrafini e Nanoparticelle” organizzato dall’ARPA Emilia Romagna, Ferrara 2006

[5] FORASTIERE F., “Evidenze epidemiologiche degli effetti sanitari derivanti dall’esposizioni a polveri ultrafini e nanoparticelle”, Atti del convegno “Polveri Ultrafini e Nanoparticelle” organizzato dall’ARPA Emilia Romagna, Ferrara 2006

[6] OBERDÖRSTER G. ed altri, “Nanotoxicology: An Emerging Discipline Evolving from Studies of Ultrafine Particles”, Environmental Health Perspectives, volume 113, numero 7, Luglio 2005