FOTO DELLE ISOLE TUVALU (DESTINATE A SCOMPARIRE SE LE NAZIONI NON DIMINUIRANNO L'EMISSIONE DI GAS SERRA)

domenica 2 dicembre 2007

COMUNICATO STAMPA DI BEPPE GRILLO MEETUP TARANTO CON PREGHIERA DI MASSIMA DIFFUSIONE (visto che la stampa non lo pubblica..)

COMUNICATO STAMPA
Se in tutta Europa si smantellano i termovalorizzatori (ovvero inceneritori) perché pericolosi per la salute del cittadino, in Puglia li vogliono costruire in contro tendenza anche con altre regioni italiane, governate dal centro destra, che con atti pubblici li hanno vietati. Allora perché in Puglia li vogliono costruire? Semplicemente perché dietro un inceneritore c'è un grosso business, sia per la costruzione, sia per la fetta di mercato che si apre una volta entrati in funzione ( ricordiamo che gli inceneritori bruciano i rifiuti dalla plastica alla carta, effettivamente sono dei forni ad alta temperatura). A questo punto è facile intuire che con un business sui rifiuti del genere sono notevoli le pressioni che questi gruppi industriali sono disposti a fare sui politici locali. Dopo questa premesse entriamo nel caso Puglia e nella vicenda che in questi giorni stà occupando parte della scena politica locale e regionale. Infatti era facilmente intuibile che la presentazione di un Ordine del Giorno fotocopia, per esempio al Consiglio Comunale di Mottola, ma sappiamo che è stato presentato anche in altri comuni della Puglia sempre con lo stesso testo, poi alla Provincia di Taranto ( ma anche a Bari, Brindisi, Lecce e Foggia) e ora sul piano Regionale con un comunicato di sintesi, facesse parte di una strategia comune, tutta puntata a riaprire la campagna di acquisizione di nuovi impianti di incenerimento nella nostra regione ed in modo particolare nella nostra provincia di Taranto con lo sventolare del fantasma dell'emergenza dei rifiuti. Ma l'azione di propaganda non si stà limitando al solo atto politico, infatti numerosi in questi giorni i convegni spot/pubblicitari come quello tenutosi l'altra sera a Faggiano, dove si vuole spiegare alla gente che l'unico modo di risolvere il problema dei rifiuti è bruciarli in un inceneritore. Tutte bugie. Questi nostri "dipendenti" mentono sapendo di mentire. Dicono che bruciare un tonnellata di rifiuti in un inceneritore costa meno che smaltirli in discarica. Ricordiamo, in tal senso, il caso del bacino di utenza BA2, dove era prevista la realizzazione di un termovalorizzatore di rifiuti indifferenziati presso l'area AMIU in zona industriale, il cui trattamento sarebbe costato ben 125 euro per ogni tonnellata, mentre in discarica costa 74 euro la tonnellata, chiara la differenza? Per capire meglio il giro di soldi che c'è dietro questa operazione riportiamo che l'intera provincia di Taranto produce una cosa come 1000 tonnellate circa di rifiuti al giorno. Il conto è facile, CHIARO?! Però cerchiamo di fare prima chiarezza su cosa è un termovalorizzatore ovvero un inceneritore di rifiuti. Occorre spiegare ai cittadini che un inceneritore non elimina i rifiuti o li fa sparire con la bacchetta magica. Ricordiamo la semplice regola di fisica studiata a scuola che recita: in natura nulla sparisce tutto si trasforma, quindi i rifiuti messi in un inceneritore, o termovalorizzatore come lo chiamano loro per confondere le idee, non spariscono ma si trasformano in ceneri e polveri sottilissime. Si sottilissime, tanto sottili che per vedere i granelli di questa polvere serve osservarli con uno speciale microscopio elettronico. Per ogni tonnellata di rifiuti incenerita si hanno: una tonnellata circa di emissioni gassose dai camini e oltre 250 kg di scorie e ceneri. Infatti al peso dei rifiuti bruciati bisogna aggiungere il peso dell'ossigeno atmosferico necessario alla combustione più il combustibile usato per bruciare i rifiuti. E' bene spiegare ai cittadini che l'inceneritore non elimina le discariche in quanto occorre predisporne di speciali per custodire le scorie "alla diossina" prodotte durante la combustione dei rifiuti. E inoltre la combustione produce polveri che i filtri trattengono solo per la parte più grossolana. Le polveri finissime, quelle più pericolose, vengono disperse e poi inalate e secondo gli ultimi studi, sono alla base di numerosi tumori. Pertanto occorre valutare la volontà popolare quando ci dovessero essere scelte delicate difficili che toccano da una parte la salute della gente e dall'altra l'igiene della città. Alla diossina e alle polveri della "privata" Ilva non vorremmo si sommasse anche una "percentuale" di nuova diossina e di nuove polveri "pubbliche" derivanti dall'incenerimento dei rifiuti. Con quali argomenti le amministrazioni pubbliche li stanno preferendo alla raccolta differenziata? La diminuzione delle discariche? Proprio il caso di Massafra è un esempio lampante della infondatezza di queste teorie secondo le quali i "Termovalorizzatori" sono l'alternativa alle discariche, infatti nonostante al servizio del bacino ATO TA 1 c'è questo termovalorizzatore, dalla capacità di circa 1000 tonnellate al giorno, si è dovuto ampliare per l'ennesima volta la discarica di servizio adiacente. Eppure il il bacino Taranto 1 produce circa 300 tonnellate di rifiuti al giorno che, se pur troppi, a noi sembrano meno della capacità di smaltimento degli impianti siti a Massafra. Allora c'è qualcosa che non torna nei conti. Non capiamo a questo punto a chi servono realmente questi inceneritori e queste nuove discariche?
Per non parlare del fatto che bisogna poi costruire altre discariche per smaltire le scorie ben più nocive, dei RSU, che i Termovalorizzatori producono sotto forma di ceneri residue della combustione.
Dunque, che piaccia o no, quella della raccolta differenziata "porta a porta" (non la trasmissione di Vespa), è la strada su cui le amministrazioni devono incamminarsi e non certo i termovalorizzatori verso i quali, oltre ai dubbi scientifici, fa peso la semplice considerazione che nel loro dimensionamento richiederebbero, per funzionare a regime, una notevole quantità di rifiuti da incenerire, tale non solo da rendere impossibile la raccolta differenziata, ma soprattutto da richiamarli da tutta Italia nella nostra Regione.
In poche parole la Puglia come la più grande pattumiera d'Europa.
Le Associazioni firmatarie
Amici di Beppe Grillo gruppo di Taranto
Comitato per Taranto
Peacelink

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