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giovedì 16 ottobre 2008

I RISCHI DELLA GELMINI: COSA PENSEREBBE CALAMANDREI OGGI?

Pietro Calamandrei è stato uno dei padri fondatori della Repubblica, ed una delle nostre figure di maggiore spicco, forse il miglior giurista del secolo scorso (il Codice Penale si basa a tutt’oggi interamente su alcuni suoi scritti). E’ morto nel 1956, dopo un passato di Antifascista ed essere stato eletto in varie legislature. Era Avvocato e Docente Universitario. Quando ho letto il suo discorso pronunciato nel 1950 a difesa della scuola pubblica ed ho pensato al Decreto Gelmini, fatto da un ministro che sino a poco prima era stato Coordinatore Regionale di Forza Italia in Lombardia, mi sono venuti i brividi. Per la prima volta in vita mia. I commenti tra parentesi quadra sono i miei.

Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell’Associazione a difesa della scuola nazionale (Adsn), a Roma l’11 febbraio 1950.
"Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante [NEL NOSTRO CASO, IL PDL] , il quale però formalmente vuole rispettare la costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche [DECRETO GELMINI], a screditarle [I PROFESSORI MERIDIONALI CHE SECONDO LA GELMINI HANNO BISOGNO DI STUDIARE], ad impoverirle [LE RISORSE DA LEVARE ALLA SCUOLA CON I DECRETI GELMINI]. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private [LA LEGA HA FATTO PASSARE UN EMENDAMENTO PER CUI LA RESIDENZA VALE PIU’ DEL TITOLO DI STUDIO. UN MERIDIONALE CON LAUREA NON INSEGNERA’ AL NORD A MENO DI NON AVERE LA RESIDENZA]. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori, si dice di quelle di stato [ESATTAMENTE LA PROPAGANDA DEL CENTRO DESTRA]. E magari si danno premi, come ora vi dirò. O si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private [NON VI RICORDA QUALCOSA? ]. A quelle scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.
Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare [QUELLO CHE VUOLE LA LEGA]. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico."

(Pubblicato nella rivista Scuola Democratica, 20 marzo 1950).

2 commenti:

LauBel ha detto...

mamma mia che tristezza... la situazione della scuola italiana sottomessa a un governo miope circa le sue reali necessità è davvero una cosa che fa pensare.

silvio di giorgio ha detto...

vangelo..la gelmini sta eseguendo alla perfezione il compitino che le hanno assegnato:la distruzione della scuola pubblica