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mercoledì 10 dicembre 2008

IL PIANO DELLA COMMISSIONE EUROPEA CONTRO LA CRISI ECONOMICA

Un mio articolo su Agoravox. Si parla poco di quello che fa l'UE per la crisi, mentre il piano varato dalla UE è ambizioso e merita di essere conosciuto.

La Commissione Europea ha varato un piano per uscire dalla crisi economica che sta attanagliando l’Europa e rischia, guardando quello che sta succedendo negli Stati Uniti, di far perdere centinaia di migliaia di posti di lavoro se non si interviene prontamente. Poiché gli interventi previsti dal piano dell’Unione Europea sono importanti e, benché improntati in alcuni casi nel breve periodo, possono avere ripercussioni nel medio-lungo termine, è importante che sia noti a tutti, anche per evitare alibi governativi. E’ ora, infatti, che i cittadini siano a conoscenza degli sforzi della Commissione per evitare che si avverino i lamenti delle Cassandre che non propongono nulla, e che la sostengano.
L’11 e il 12 Dicembre, infatti, i Capi di Stato dell’UE si incontreranno per discutere il piano, che si basa su 3 pilastri fondamentali: 1) azioni sulle condizioni creditizie e monetarie 2) politiche finanziarie coordinate volte a far ripartire la domanda 3) azioni nelle quattro aree prioritarie della Strategia di Lisbona. Vediamolo insieme nel dettaglio.

Condizioni creditizie e Monetarie

La Commissione Europea raccomanda agli stati membri di usare il supporto finanziario fornito al settore bancario per incoraggiare il ritorno alle normali attività di prestito e per assicurare che i tagli di tassi di interesse operati dalla Banca Centrale Europea siano passati a coloro che chiedono prestiti. La Commissione si pone compito di monitorare gli impatti economici e alla competizione delle misure prese a supporto del settore bancario.
La Banca Europea degli Investimenti (BEI) aumenterà i propri interventi annuali di circa 15 miliardi di euro per i prossimi due anni. In questo modo, si aiuterà a mobilitare risorse private complementari supportando investimenti aggiuntivi per i prossimi due anni. La Commissione propone agli Stati Membri di aumentare il capitale della BEI di 60 miliardi di euro circa, anche pr dare un significato politico altamente visibile ai mercati e per aumentare le capacità di prestito della BEI. Inoltre la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) dovrà aggiungere 500 milioni l’anno ai finanziamenti attuali per i nuovi Stati Membri. Entrambe queste misure, se adottate, creeranno la possibilità di nuovi investimenti, con conseguenze positive sul piano occupazionale sia nel breve che nel medio-lungo periodo.

Politiche Finanziarie
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La Commissione Europea propone agli Stati Membri di adottare misure coordinate di politica finanziaria per produrre impatti sostanziali e positivi sull’impiego e sulla economia Europea. L’impulso finanziario complessivo previsto dalla Commissione Europea a carico degli Stati Membri è pari a 170 miliardi di euro, che rappresenta l’1,2% del Prodotto Interno Lordo dell’Unione Europea.

L’attuazione di tale manovra dovrà essere effettuata nel seguente modo:
1) Dovrà essere di natura temporanea, coordinata e con obiettivi mirati a massimizzare i ritorni economici positivi dell’impulso finanziario.
2) La Commissione raccomanda misure nell’ambito della spesa pubblica, in particolare a favore delle famiglie colpite e delle Piccole e Medie Imprese (PMI). Gli esempi, incoraggiati dalla Commissione sono i trasferimenti temporanei ai disoccupati o alle famiglie a basso reddito, il prolungamento della durata dei sussidi di disoccupazione, investimenti pubblici in progetti che supporterebbero gli obiettivi di politica di lungo termine (miglioramento delle dotazioni infrastrutturali o contrasto ai cambiamenti climatici) di cui potrebbero beneficiare le PMI.
3) fornendo garanzie e sussidi in forma di prestito alle imprese, in particolar modo per quelle che , si pensi alle PMI, hanno nel credito un grosso vincolo per il loro sviluppo.
4) Tramite incentivi finanziari volti a velocizzare l’adattamento delle economie alle sfide di lungo periodo, come i cambiamenti climatici. Tali misure dovrebbero, secondo la Commissione, includere gli incentivi per l’efficienza energetica
5) Diminuire sia i contributi sociali pagati dai datori di lavoro, misura che aiuterebbe il mantenimento e la creazione di posti di lavoro, che la tassazione del reddito da lavoro, in modo supportare il potere di acquisto in particolare per bassi salari.
6) Riduzione temporanea dell’IVA, in modo da supportare i consumi.

La Commissione Europea raccomanda che le politiche finanziarie previste devono essere condotte all’interno del Patto di Crescita e Stabilità, che dovrà essere applicato con giudizio in modo da assicurare delle strategie fiscali di medio termine che siano credibili. Per questo, la Commissione Europea fornirà delle linee guide per l’attuazione della manovra, con l’obiettivo di: a) assicurare la reversibilità delle misure che aumentano il deficit nel breve termine, b) migliorare le politiche finanziarie nel medio termine, tramite il rafforzamento delle regole nazionali c) assicurare la sostenibilità di lungo termine delle finanze pubbliche.
La Commissione Europea, però, non si limita solo a quanto detto sopra. Sostiene, infatti, che le misure devono essere accompagnate da riforme strutturali, adattate alle necessità dei singoli Stati Membri, per supportare la domanda e promuovere la capacità di recupero economico. Le misure raccomandate agli Stati Membri dalla Commissione si basano sulle riforme strutturali della Strategia di Lisbona e sono
1) Supportare il potere d’acquisto dei consumatori tramite politiche per un miglior funzionamento del mercato. Tali politiche, se ben adottate, dovrebbero portare ad un abbassamento dei prezzi, supportando quindi il potere di acquisto delle famiglie.
2) Indirizzare le politiche verso problemi di competitività immediata. La commissione raccomanda agli Stati Membri con problemi di competitività e inflazione di intraprendere misure per rafforzare i legami tra i meccanismi salariali e gli sviluppi produttivi.
3) Supportare l’impiego e facilitare i passaggi del mercato del lavoro.
4) Ridurre i carichi amministrativi e regolamentari per le industrie. Riforme in questo senso possono aiutare sia la produttività che la competitività delle imprese.

Le misure di politica finanziaria proposte dalla Commissione sono molto interessanti e dovrebbero essere adottate, perché riescono a coniugare l’aiuto alle famiglie e alle imprese con una crescita sostenibile.

Azioni basate sulla Strategia di Lisbona


La Commissione Europea propone interventi integrati sia per contribuire allo stimolo fiscale, assistendo quindi gli Stati Membri nell’implementazione delle loro politiche, che per migliorare le condizioni strutturali per gli investimenti futuri, ridurre i carichi amministrativi e accelerare l’innovazione. Le implicazioni finanziarie di tali interventi devono tener conto di quanto indicato nelle politiche finanziarie. Le azioni che la Commissione propone si basano sui seguenti principi:

1) Proteggere l’occupazione e promuovere l’imprenditorialità.
2) Investire nel futuro.

Analizziamoli entrambi. Per proteggere l’occupazione, la Commissione propone di lanciare una grande iniziativa, che dovrà basarsi su due misure: a) semplificare i criteri per il supporto dei Fondi Strutturali Europei (FSE) in modo che gli Stati Membri abbiano a disposizione fino a 1,8 miliardi di euro per dare supporto ai lavoratori meno preparati e più vulnerabili e monitorare e favorire lo sviluppo di competenze lavorative in funzione delle necessità di posti di lavoro vacanti b) creare domanda di forza lavo riducendo gli oneri dei datori di lavoro sui redditi più bassi (in modo da promuovere l’impiegabilità dei lavoratori con bassa professionalità) e l’IVA sui servizi a forte intensità lavorativa. Per promuovere l’imprenditorialità, la Commissione propone due misure: a) migliorare l’accesso al finanziamento da parte delle imprese grazie alla BEI (che stanzierà ulteriori 30 miliardi di euro per prestiti alle PMI e metterà a disposizione 1 miliardo all’anno per prestiti alle aziende di medie dimensioni) e ad un pacchetto di semplificazione per consentire agli stati membri un finanziamento temporaneo alle aziende tramite sussidi garantiti e prestiti per investimenti in prodotti che superano gli standard ambientali dell’Unione Europea b) ridurre i carichi amministrativi e promuovere l’imprenditorialità, rimuovendo i requisiti per le micro imprese di preparare bilanci annuali, introducendo il concetto di Azienda Privata Europea (che consentirà di lavorare con stesse regole in tutti gli Stati Europei) e limitandone i requisiti di capitale ad un euro, garantendo il pagamento delle fatture entro un mese dalla loro emissione.

Per investire nel futuro, la Commissione propone di investire in a) Infrastrutture ed energia (5 miliardi di investimenti nel 2009-2010 per le interconnessioni energetiche transEuropee e per progetti di infrastrutture a larga banda, accelerazione dell’implementazione dei fondi strutturali, 500 milioni per progetti di trasporto trans-Europei, la BERS che raddoppierà i suoi sforzi sulla mitigazione del cambiamento climatico, efficienza energetica e servizi infrastrutturali, la BEI che aumenterà di 6 miliardi l’anno i propri investimenti su cambiamento climatico, sicurezza energetica ed infrastrutture, riprogrammazione dei fondi strutturali per devolverli maggiormente a investimenti nel settore dell’efficienza energetica, creazione di un fondo 2020 per infrastrutture , energia e cambiamenti climatici, promozione dell’adozione dei prodotti verdi tramite una riduzione dell’IVA su tali prodotti, adozione di misure per altri prodotti che offrono un alto potenziale di risparmio energetici, come la televisione, luci domestiche e così via) b) Ricerca ed Innovazione ( raccomandazione agli Stati Membri di aumentare i loro investimenti nell’apprendimento e nella R&S, sviluppo di tecnologie pulite tramite tre iniziative: “Auto verdi Europee”, “Edifici Europei ad efficienza energetica” ed “Industrie del Futuro” per incrementare l’uso delle tecnologie nel settore manifatturiero, investimenti per arrivare ad avere una copertura al 100% di internet ad alta velocità nel 2010, liberalizzazione dello spettro d’uso della larga banda wireless).
Cosa dire? E’ un programma ambizioso, che merita di essere conosciuto e sostenuto.

1 commento:

Blog su blogger di Tescaro ha detto...

Ciao Gianni, meglio tardi che mai ma mi sembra un po tardino correre ai ripari ora, perchè l'ondata licenziamenti ci ha già investito. Ormai sono rare le aziende che non abbiano messo in mobilità i semi-mobilità i loro dipendenti, senza aggiungere quelli in cassa integrazione e che non verranno assorbiti in altre mansioni. La disoccupazione sta dilagando anche qui. L'UE doveva intervenire molto prima ormai siamo in piena recessione, e devono varare un programma serio per fare rimanere lo stallo economico più breve possibile...