E rieccoci tornati dalle vacanze. In questo periodo è successo di tutto, ma soprattutto c’è stato il caso Alitalia. Prima si parlava di 5000 esuberi, ora si parla di 7000 esuberi, un giornale diceva che ad una cena Sacconi parlava di 4500 esuberi… Le voci corrono e non sono assolutamente controllabili. D’altra parte, il piano non è noto e si hanno solo alcune indiscrezioni. Proviamo a confrontare con la scelta del governo precedente, sempre sulla base delle indiscrezioni pubblicate sulla stampa. Quando il piano sarà disponibile, proverò a fare un confronto più mirato.
ESUBERI
AirFrance voleva 2500 esuberi (che con i meccanismi previsti si riducevano a poche centinaia, come ho già avuto modo di analizzare sul blog). Il Sindacato aveva sdegnosamente rifiutato. Ora gli esuberi sono 7000. E anche qui i nostri “capitani coraggiosi” hanno detto al Sindacato “prendere o lasciare”, come AirFrance.
MALPENSA
Ora la Moratti sta zitta. Nessuno parla più. Il Sindaco di Milano aveva detto che Alitalia poteva tranquillamente fallire, che era interessata solo a Malpensa. E’ rimasta in piedi la richiesta della SEA, società che gestisce l’aeroporto di Malpensa, di ottenere da Alitalia un indennizzo di 1,25 miliardi di euro per i mancati introiti derivati dalla decisione di Alitalia di cancellare l’hub di Malpensa ? Penso di si, ma non so come il nuovo piano industriale tiene conto di questo rischio. Malpensa genera 74 milioni di perdite al giorno (come detto dal Presidente di AirFrance Spinetta in una conferenza stampa all’inizio dell’anno). Vedremo cosa farà la nuova compagnia.
INVESTIMENTI
AirFrance era pronta a mettere sul piatto 2 miliardi di euro circa, ricapitalizzando Alitalia con 1 milardo e con investimenti per 750 milioni di euro. I contribuenti non dovevano pagare assolutamente nulla. E figuratevi se AirFrance, come malignamente dice qualcuno, avrebbe cancellato Alitalia dopo aver sborsato 2 miliardi di euro… La situazione attuale è diversa. Stando alle indiscrezioni di stampa, ci sarà un commissario straordinario che dovrà dividere Alitalia in due compagnie: una buona (good company) ed una cattiva (bad company). Nella cattiva andranno tutti i debiti di Alitalia, memtre la good company sarà quella che avrà gli assett Alitalia. I nostri “capitani coraggiosi” compreranno la good company, ma la bad ce la terremo noi sul groppone. E immagini che i debiti saranno a carico dello stato, ovvero di noi contribuenti. Visto la differenza? AirFrance voleva pagarli di tasca propria i debiti, mentre ora li pagheremo tutti noi. Qual è secondo voi la soluzione migliore?
IL FUTURO
Qui siamo al limite del ridicolo. Prima AirFrance voleva comprare tutto,pagando anche i debiti, e le è stato negato. Ora, invece, ora le si fa la corte chiedendo di entrare a far parte della cordata in un’azienda che non ha debiti. Veramente una gran bella manovra. E ci credo che Airfrance accetterà, così pure come altre compagnie tipo Lufthansa e BA. Cosas si prospetta? Pare che i nostri capitani coraggiosi potranno vendere la loro quota dopo 5 anni. Semplice: compro un’azienda senza debiti a prezzi stracciati, ci guadagno in questi 5 anni, taglio i costi e poi la rivendo al miglior offerente. In altre parole, tra 5 anni Alitalia sarà acquistata da altre compagnie aeree, con buona pace dell’italianità della compagnia.
Questo è solo l’anticipo. Vedremo cosa ci riserva, se mai lo vedremo, il piano industriale preparato da Banca Intesa.
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